IL DIABETE INSIPIDO

Braden G. Barnett, MD

2020 dic 03

6 min leggi

Il diabete insipido è una forma di diabete che si aggiunge alla lista delle tipologie generalmente più conosciute quali il diabete tipo 1 e di tipo 2 e il diabete gestazionale.

Questa variante di diabete è forse poco conosciuta, se non dalle persone che ne sono affette e si differenzia dalle altre varianti in termini sia di cause che di sintomatologia. I soggetti adulti hanno maggiori probabilità di sviluppare questa patologia ma la sua insorgenza può avvenire in qualsiasi età.

Ma cos’è il diabete insipido e quali sono le sue cause? 

Questa forma di diabete è una malattia di rara incidenza causata dalla mancata o insufficiente secrezione di un ormone antidiuretico che prende il nome di vasopressina o ADH. L’importante ruolo di questo ormone è quello di regolare sia il volume del plasma, la parte liquida del sangue, che l’equilibrio idroelettrico attraverso il controllo delle quantità di acqua riassorbite dai reni. Se l’ADH è insufficiente i reni non rispondono adeguatamente e perdono un’elevata quantità di liquidi che non vengono riassorbiti e le conseguenze sono una produzione di urina maggiormente diluita e un sangue più concentrato. Quando questo si verifica causa nel soggetto una sete insaziabile.

Le cause di questa sindrome possono essere ricercate in diversi fattori e la sua origine dipende anche dal tipo di diabete insipido che si manifesta.

LE FORME E LE CAUSE DEL DIABETE INSIPIDO

Esistono due forme di diabete insipido: il diabete insipido centrale e il diabete insipido nefrogenico (o AHD- insensibile). 

Il diabete insipido centrale

È conosciuto anche come neurogenico o AHD-sensibile ed è la forma caratterizzata dall’insufficiente o mancata produzione di vasopressina da parte dell’ipotalamo o dell’ipofisi posteriore. La forma idiopatica di diabete insipido centrale può essere causata dalla scarsità di cellule nervose preposte alla produzione dell’ormone antidiuretico e può presentarsi sia nell’infanzia che in età più avanzata. La forma acquisita, invece, è di carattere secondario ed è attribuibile a condizioni quali traumi cranici, tumori cerebrali, meningiti, aneurismi, encefaliti o interventi neuro-chirurgici. 

Questa tipologia di diabete insipido è generalmente transitoria ma non è esclusa la possibilità che diventi una condizione permanente nel caso in cui sia avvenuta una distruzione delle cellule nervose deputate alla produzione di vasopressina superiore all’80%. 

La diagnosi del diabete insipido non è sempre di semplice acquisizione per il fatto che la sua sintomatologia è spesso comune a quella di altre patologie, tra cui il diabete mellito. Esistono tuttavia diverse metodologie che possono aiutare ad individuarlo con maggiore esattezza. Oltre ad un esame prettamente fisico e ad un’accurata anamnesi in cui vengono indagate le abitudini alimentari, il consumo di liquidi, l’assunzione di farmaci l’eventuale familiarità vengono normalmente eseguiti i test delle urine e gli esami ematici. Ad oggi, tuttavia, l’esame migliore per diagnosticarlo è il test della deprivazione idrica, che consente di controllare la produzione di urina, i livelli di elettroliti nel sangue e il peso corporeo in un determinato e stabilito periodo di tempo (generalmente 12 ore) durante il quale al paziente non è consentito bere. Questo test va effettuato sotto stretto controllo medico essendo la disidratazione la conseguenza primaria della mancata assunzione di liquidi per lunghi periodi e comporta dei rischi non indifferenti.

Il diabete insipido nefrogenico

Questo tipo di diabete insipido, a differenza del precedente, è provocato dall’assenza di risposta dei reni alla vasopressina.

Nella sua forma congenita è causata dalla mutazione di uno specifico gene mentre nella forma acquisita è, nella maggior parte dei casi, la conseguenza di malattie renali croniche, tra cui il rene policistico e l’insufficienza renale. 

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I SINTOMI DEL DIABETE INSIPIDO

Anche se facilmente riconducibili a un diverso tipo di diabete, i sintomi del diabete insipido risultano essere maggiormente amplificati. Tra questi i due che spiccano sono:

  • Poliuria ovvero l’eccessiva produzione di urina. In presenza della malattia i reni possono arrivare a filtrare dai 3 ai 20 litri al giorno e la minzione avviene anche durante il riposo notturno.
  • Polidipsia ovvero l’eccessivo senso di sete. Il paziente può arrivare a introdurre fino ai 15 litri di liquidi al giorno.

Nel caso in cui il diabete insipido sia già stato diagnosticato è di fondamentale importanza, specialmente quando si è fuori casa, avere sempre acqua disponibile da introdurre nell’organismo, specialmente nella stagione calda quando aumenta la possibilità di incorrere in colpi di calore. Non bisogna mai scordare che il rischio principale di questa malattia è la disidratazione. Le conseguenze del diabete insipido a seguito di disidratazione sono infatti un serio pericolo che può manifestarsi con segnali lievi come la secchezza della pelle e delle mucose (compresi gli occhi), crampi muscolari, senso di affaticamento e mal di testa che, nei casi più gravi, possono degenerare in vertigini, nausea e vomito, tachicardia, sdoppiamento della visione fino ad arrivare alla perdita di conoscenza, al coma e alla morte.

DIFFERENZE TRA DIABETE INSIPIDO E DIABETE MELLITO

Il diabete insipido e il diabete mellito, pur presentando alcuni sintomi in comune, sono completamente differenti e non c’è evidenza accertata di correlazione tra queste due patologie dato che si sviluppano tramite meccanismi eziologici diversi. 

Nel diabete mellito le urine sono ricche di zuccheri, cosa che non si riscontra nel diabete insipido. La causa del diabete mellito, infatti, è la mancanza o insufficienza di insulina mentre quella del diabete insipido è l’assenza o scarsità di ormone antidiuretico. Una differenza che ne consegue è che nel diabete mellito c’è un’alterazione dei valori glicemici nel sangue e nelle urine dovuta all’inefficacia dell’insulina mentre la concentrazione di glucosio in sangue e urine del paziente affetto da diabete insipido sono del tutto normali. Un ulteriore termine di confronto è dato dalla colorazione dell’urina stessa che, in caso di diabete insipido, è molto chiara e più simile ad acqua. 

LA TERAPIA DEL DIABETE INSIPIDO

Giunti ad una maggiore conoscenza di questa patologia viene da chiedersi come si possa affrontare e quali siano le terapie che sono necessarie per arginarne le conseguenze e i rischi.

L’approccio al diabete insipido dipende dal tipo di forma da cui si è affetti. 

Nel caso di diabete insipido centrale l’unico trattamento farmacologico possibile si basa su una terapia sostitutiva della vasopressina e quindi sull’assunzione del suo omologo sintetico (desmopressina). La somministrazione può avvenire per via parenterale (quindi tramite iniezione), intranasale (gocce o spray) o compresse normali o sublinguali. 

In altri casi la cura è basata sulla rimozione della causa primaria (ad esempio l’asportazione di un tumore).

Nel caso invece di diabete insipido nefrogenico la somministrazione esogena di vasopressina non ha alcuna efficacia ed è necessario agire sulla causa sottostante (ad esempio la cura di un’eventuale patologia renale). Per attenuarne le conseguenze è fondamentale assumere elevate quantità di acqua e seguire una dieta iposodica.

Scritto da

Braden G. Barnett, MD

Il dott. Barnett, endocrinologo, è specializzato nel trattamento delle persone che soffrono di diabete. Branett abita a Los Angeles, dove si è laureato alla Scuola di medicina di Keck dell'Università del Sud California.

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