IL DIABETE DI TIPO 1

Braden G. Barnett, MD

2021 lug 19

7 min leggi

Il diabete è una malattia che si caratterizza per la presenza di eccessive quantità di glucosio nel sangue, fenomeno noto con il termine di iperglicemia, e per la scarsa o inefficace produzione di insulina da parte del pancreas. Esistono diverse forme di diabete che dipendono da alcuni fattori variabili e che si manifestano con precise sintomatologie e richiedono differenziati approcci per la loro gestione. Le due tipologie più conosciute sono il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2 che hanno alcune caratteristiche simili (i sintomi) ma non altrettanto simili criteri per quel che riguarda le terapie. La cura del diabete di tipo 1 non sarà la stessa prevista per il diabete di tipo 2 perché le loro cause sono completamente diverse.

COS’È IL DIABETE DI TIPO 1 E DIFFERENZE CON IL DIABETE DI TIPO 2

Il diabete mellito di tipo 1 è spesso conosciuto come “diabete infantile” perché è una forma che si manifesta prevalentemente nel periodo dell’infanzia e dell’adolescenza. Tuttavia, questa terminologia sta perdendo parte del suo significato, in quanto non è raro che vi siano dei casi di insorgenza anche nell’età adulta. In questo tipo di diabete il pancreas non è in grado di produrre insulina a causa del malfunzionamento o della distruzione delle cellule Beta che sono preposte alla produzione di questo ormone, fondamentale perché avvenga una normale regolazione del glucosio nel sangue. Un’ulteriore classificazione interna del diabete di tipo 1 presenta la suddivisione in diabete mellito autoimmune e diabete mellito idiopatico. 

Le differenze con il diabete di tipo 2 sono molto evidenti. Il diabete di tipo 1 ha spesso un esordio molto brusco e inaspettato mentre la diagnosi del tipo 2 è spesso molto lenta e può arrivare con mesi o addirittura anni di ritardo.

Mentre le cause del diabete di tipo 1 sono, nella maggior parte dei casi, da ricercare in un problema a base immunitaria, il diabete di tipo 2 compare per motivi legati sia all’ereditarietà che a fattori ambientali e individuali molto soggettivi. Inoltre, nel diabete di tipo 1 la sintomatologia è sempre presente mentre nel tipo 2 è spesso di entità modesta o addirittura inesistente (motivo per cui, a volte, la diagnosi è tardiva). Inoltre, nel diabete di tipo 1 è necessario e vitale, nel vero senso della parola, l’utilizzo dell’insulina mentre il diabete di tipo 2 non sempre ne prevede l’assunzione e può essere gestito con altri farmaci e, nei casi meno gravi, anche solo con un’alimentazione adeguata e lo svolgimento di attività fisica quotidiana.

LE TIPOLOGIE E LE CAUSE DEL DIABETE DI TIPO 1

Come già accennato esistono due diverse forme di diabete mellito di tipo 1 che andiamo ad analizzare con maggiori dettagli.

Il diabete mellito autoimmune ha una progressione molto rapida e si manifesta principalmente, ma non esclusivamente, nei bambini e negli adolescenti. Le cause del diabete di tipo 1 autoimmune sono da ricercare nella produzione, da parte dell’organismo, di anticorpi che attaccano le cellule Beta non riconoscendole come appartenenti al corpo ma vedendole come organi esterni da annientare. L’iperglicemia si scatena nel momento in cui si arriva ad avere la completa mancanza o scarsità di insulina con la conseguenza che gli zuccheri introdotti con l’alimentazione non vengono utilizzati dal corpo ma vengono eliminati attraverso le urine. 

In questa condizione l’organismo si trova costretto a produrre energia in maniere alternative, soprattutto attraverso il metabolismo dei grassi. La conseguenza più grave di questo meccanismo è la produzione dei corpi chetonici e il manifestarsi di chetoacidosi diabetica che, se non trattata in tempi rapidi, può portare a conseguenze pericolose tra cui ipotensione, respiro ansimante, aritmie e stato confusionale fino al coma. 

Il diabete mellito idiopatico è invece una rara forma di diabete di tipo 1 che si manifesta principalmente in soggetti di etnia asiatica o africana. La sua caratteristica principale è la carenza permanente di insulina con la comparsa di chetoacidosi ma non sembra avere alcun tipo di relazione con problematiche legate all’autoimmunità. 

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Tra le altre cause del diabete di tipo 1 non sono da escludere la predisposizione genetica e l’esposizione a virus, batteri e sostanze chimiche.

I SINTOMI DEL DIABETE DI TIPO 1

L’esordio del diabete mellito di tipo 1 in età giovanile è generalmente acuto in opposizione ad una progressione che scorre più lenta nei soggetti in età adulta. I sintomi del diabete di tipo 1 sono gli stessi classici che si manifestano in tutte le forme di diabete ma i primi che tendono a manifestarsi sono poliuria (aumento della minzione), polidipsia (aumento della sete) e polifagia (aumento della fame). A questa classica triade si associano anche altri segnali tra cui: 

  • Perdita di peso improvvisa e non riconducibile a variazioni della dieta
  • Nausea e vomito
  • Debolezza muscolare
  • Alterazioni della vista
  • Infezioni genitali
  • Stanchezza e debolezza immotivate
  • Dolori addominali
  • Problemi comportamentali, irritabilità e repentine variazioni dell’umore
  • Mal di testa anche nello svolgimento di attività semplici
  • Guarigione lenta di ferite e tagli.

È molto importante, in presenza di tali sintomi, rivolgersi tempestivamente al proprio pediatra o a un centro specializzato per approfondire le cause di questi cambiamenti e giungere, eventualmente, alla diagnosi di diabete.

LA CURA DEL DIABETE DI TIPO 1

Ad oggi non esiste una terapia che comporti la guarigione del diabete di tipo 1 e per questo motivo non si può parlare di cura del diabete di tipo 1 in senso assoluto ma, piuttosto, di terapia di mantenimento. Il motivo per cui questa patologia è nota anche come diabete insulinodipendente è che il paziente affetto da diabete mellito di tipo 1 deve assumere insulina per tutta la vita. L’organismo, trovandosi nell’impossibilità di usufruire di insulina endogena, necessita obbligatoriamente di riceverla dall’esterno per mezzo di iniezioni sottocutanee o microinfusori. Il compito dell’insulina esogena è quello di simulare l’azione che svolgerebbe quella prodotta in modo naturale dal pancreas e di permettere l’utilizzo del glucosio da parte delle cellule sia a digiuno che dopo i pasti. 

La buona notizia è che svariate ricerche portate a termine negli ultimi anni hanno permesso di formulare nuovi tipi di insulina esogena che sono molto più simili all’insulina endogena, rispetto ad un tempo. Queste nuove scoperte avanti stanno rendendo la vita delle persone affette da questa malattia un po’ più semplice e permette loro di avere una vita normale senza avere la necessità di effettuare le iniezioni ad orari precisi e in relazione ai pasti. 

Una seconda alternativa potrebbe essere data da immunosoppressori in grado di fermare la distruzione delle cellule Beta. Tuttavia, questa è un’opzione da valutare attentamente con il proprio medico in quanto la tossicità renale provocata da questo tipo di farmaci non la rendono idonea ad un utilizzo prolungato.

Un’ultima facoltà di scelta è infine offerta dal trapianto di pancreas o delle isole pancreatiche ma, allo stato attuale, questa soluzione è riservata a casi scelti con cura a causa delle problematiche di immunosoppressione che ne potrebbero derivare e che potrebbero provocare gravi carichi a livello renale.

Purtroppo, questa patologia non è prevenibile in senso assoluto anche se alcuni ricercatori ritengono che potrebbe essere evitata se venisse trattata nella sua fase latente, ovvero prima che il sistema immunitario inizi a porre in atto la distruzione delle cellule Beta. Malgrado questo, è comunque importante cercare di far rispettare ai propri figli un regime alimentare corretto e far svolgere loro attività fisiche quotidiane che prevengano e scongiurino l’insorgenza della malattia. Sebbene i soggetti affetti dal tipo 1 non siano solitamente obesi, il sovrappeso potrebbe non essere incompatibile con una eventuale diagnosi e quindi l’assunzione di pasti regolari che comprendano giornalmente carboidrati, proteine, frutta e verdura e la riduzione del consumo di zuccheri e di cibo spazzatura divengono abitudini consigliabili per tenere sotto controllo i livelli glicemici del sangue.

Scritto da

Braden G. Barnett, MD

Il dott. Barnett, endocrinologo, è specializzato nel trattamento delle persone che soffrono di diabete. Branett abita a Los Angeles, dove si è laureato alla Scuola di medicina di Keck dell'Università del Sud California.

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