DIABETE E COVID-19

Braden G. Barnett, MD

2021 lug 15

6 min leggi

Ormai da molti mesi si sente parlare di Covid-19 e la pandemia che si è abbattuta in tutto il mondo è sicuramente stata improvvisa e inaspettata e ha colto tutti impreparati, non solo le persone normali ma anche tutti gli operatori sanitari. Tantissime sono le conseguenze che ne stanno derivando sia sotto il profilo psicologico che sotto il profilo puramente medico ed è ormai diventata una triste abitudine quella di sentirne parlare quotidianamente. È quindi normale che soprattutto le persone con problemi di salute di varia natura abbiano cominciato ad avere dei timori anche maggiori rispetto alle persone sane. Tra questi anche i pazienti diabetici, che si sono trovati nella condizione di doversi informare in maniera più approfondita sulle potenziali complicanze in caso di contagio. In poche parole, per essere meglio informati su quali sono le interazioni tra Coronavirus e diabete.

IL COVID-19 E LE COMPLICAZIONI PER I DIABETICI

Iniziamo dalle buone notizie, che sicuramente rassicurano i soggetti diabetici. Svariate ricerche effettuate recentemente dimostrano che per questa categoria di pazienti non esiste alcun aumento del rischio di contrarre il virus.

Malgrado questo la storia e gli studi sulla malattia diabetica insegnano che il diabete è associato ad una maggiore predisposizione alle infezioni. Le variazioni dei valori glicemici possono causare delle importanti alterazioni del sistema immunitario che, indebolito, può favorire quelle che sono le manifestazioni più classiche tra cui il piede diabetico, infezioni alle vie respiratorie, infezioni delle vie urinarie. Rimane dunque di vitale importanza tenere sempre il diabete sotto controllo e mantenere sempre alti i livelli di attenzione.

Nell’eventualità che un paziente diabetico contragga il Covid-19, infatti, c’è un rischio più elevato che la prognosi e gli esiti siano infausti. La casistica sui pazienti sopravvissuti conferma che i diabetici tendono ad avere un decorso più grave della patologia virale soprattutto per un’aumentata probabilità che intervenga una polmonite interstiziale. 

Inoltre, i rischi aumentano specialmente in soggetti di età avanzata e che presentino altre problematiche come l’ipertensione, malattie cardiovascolari e obesità.

Per quanto concerne il trattamento terapeutico del paziente diabetico con Covid-19, rimane importantissimo, come nel normale regime di cura, tenere sempre attentamente monitorati i livelli di glicemia, glicata, elettroliti e chetoni. L’utilizzo di insulina, specialmente nei pazienti medio-gravi, richiede un’aumentata somministrazione per via endovenosa per mantenere la glicemia tra i 72 e i 180 mg/dL. In linea generale non è invece indicato mantenere le terapie orali ipoglicemizzanti (ad esempio la metformina e gli inibitori di SGLT2) per evitare che si manifestino acidosi lattica e cheto acidosi diabetica ma questo non si rende necessario nei pazienti meno gravi che seguono terapia domiciliare. Tutte le varianti terapeutiche dovranno comunque essere valutate a seconda della condizione specifica e soggettiva del paziente.

IL COVID-19 E I BAMBINI DIABETICI

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Sappiamo che il diabete è una malattia che può affliggere anche i bambini e gli adolescenti, nella sua forma di tipo 1. Ma sappiamo anche che la possibilità che a quell’età contraggano il coronavirus è sensibilmente più bassa rispetto all’età adulta. Le condizioni fisiche di questi pazienti, oltretutto, sono solitamente meno correlate a patologie pregresse. Tuttavia, è fisiologico che i genitori di bambini diabetici possano essere più preoccupati per la salute dei propri figli e che siano impensieriti dalla possibilità di non trovare i farmaci e gli strumenti per l’autocontrollo della glicemia con la stessa regolarità che precedeva la pandemia. Questi sono comunque timori ingiustificati e, specialmente negli ultimi mesi, le forniture alle farmacie sono sempre garantite e c’è quindi la possibilità di reperire quanto necessario, specialmente se si ha l’accortezza di fare gli ordini quando le scorte in casa stanno per esaurirsi.

Coronavirus e diabete possono convivere e, nell’assistenza a bambini con diabete di tipo 1, non devono comunque subire alcuna variazione le abitudini che si sono sempre seguite e quindi:

  • Non interrompere mai la somministrazione di insulina
  • Assicurarsi che il paziente sia sempre idratato
  • Monitorare la glicemia frequentemente
  • Monitorare i chetoni nel sangue o nelle urine utilizzando le apposite strisce reattive
  • Attenersi sempre alle indicazioni del diabetologo per adeguare le dosi di insulina sulla base dei valori di glicemia e chetoni
  • Far seguire un’alimentazione corretta e bilanciata che comprenda tutti i nutrienti necessari ad un organismo che è in fase di crescita.
  • Garantire lo svolgimento di qualche attività fisica o sport che aiuti a mantenere nella norma i livelli di glucosio nel sangue.

L’intervento del diabetologo o di un medico va richiesto solo nel caso in cui:

  • La glicemia sia persistentemente alta nonostante l’adeguamento della terapia insulinica
  • Non si riduca l’aumento di chetoni nel sangue o nelle urine
  • La minzione sia troppo frequente
  • La respirazione sia difficoltosa
  • La sete sia troppo intensa
  • L’alito sia fruttato
  • Sia presente una importante variazione della temperatura corporea
  • Il soggetto presenti uno stato di stanchezza o debolezza immotivati.

A tutto questo si deve aggiungere la prevenzione e, adesso più che mai, è importante che le regole di igiene seguite dalla popolazione generale vengano insegnate anche ai bambini. È dunque importante lavare le mani spesso con acqua calda e sapone, usare gli igienizzanti a base di alcol, starnutire o tossire coprendo naso e bocca con un fazzoletto o nell’incavo del gomito, non toccarsi naso, occhi e bocca con le mani e rispettare il distanziamento sociale. In casa è consigliabile disinfettare frequentemente le superfici e arieggiare spesso gli ambienti.  

DIABETICI E VACCINO COVID-19

L’attenzione ai trattamenti terapeutici, l’alimentazione adeguata e l’attività fisica sono sicuramente consuetudini consolidate per i pazienti di diabete. Ma l’avvento della terapia vaccinale acquista un significato particolarmente importante per tutta la popolazione e, in modo particolare, per i soggetti più deboli o affetti da patologie. 

Nella programmazione dei piani vaccinali sono stati individuati i soggetti più estremamente vulnerabili e tra le malattie valutate come particolarmente critiche si inserisce anche il diabete.

Data la maggiore suscettibilità alle infezioni di questi pazienti, il binomio diabetici e vaccino Covid-19 diventa un’arma ancora più efficace per difendersi dalle possibili complicanze e vivere la malattia con maggiore serenità. 

Dati scientifici, infatti, riportano che il meccanismo della risposta immunitaria al vaccino non ha alcuna relazione con l’efficacia dei farmaci utilizzati per la cura della malattia, sia che si tratti di ipoglicemizzanti orali che di insulina. Ne consegue che non c’è alcun motivo, da parte dei pazienti diabetici, di temere che la vaccinazione possa interferire con i trattamenti terapeutici. Le reazioni avverse che si potrebbero manifestare sono quelle comuni a tutte le persone che si sottopongono a questo tipo di vaccinazione e qualche linea di febbre e dolori articolari o muscolari non devono destare particolare preoccupazione. L’unica differenza, rispetto ai soggetti sani, può essere un peggioramento transitorio della glicemia dovuto alla reazione infiammatoria innescata dal vaccino ma, essendo una condizione temporanea, sono rari gli episodi che richiedano un adeguamento della terapia. 

Valutare di sottoporsi alla vaccinazione diventa per i diabetici di fondamentale importanza anche se è necessario ricordare che il vaccino non esclude completamente la possibilità di contrarre il virus ma riduce notevolmente il manifestarsi di complicazioni e rende le sue concause apprezzabilmente più contenute. 

Scritto da

Braden G. Barnett, MD

Il dott. Barnett, endocrinologo, è specializzato nel trattamento delle persone che soffrono di diabete. Branett abita a Los Angeles, dove si è laureato alla Scuola di medicina di Keck dell'Università del Sud California.

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