Se stai cercando di gestire il diabete, sai già che è importante tenere traccia dei tuoi livelli di zucchero nel sangue. Ma come bisogna gestire un picco di glicemia dopo aver mangiato? Questo fenomeno si chiama glicemia post prandiale e, se si eseguono alcuni semplici passaggi, è possibile tenerla sotto controllo e diminuire la probabilità di incorrere in problemi di salute. 

Che cos’è la glicemia post prandiale? 

La glicemia postprandiale è un valore numerico che indica quanto glucosio è presente nel sangue dopo 2 ore dalla fine di un pasto. 

I livelli di glucosio iniziano a salire circa 10 minuti dopo l’inizio di un pasto. A circa 1-2 ore dalla conclusione di un pasto sostanzioso (come una colazione abbondante, pranzo o cena), i livelli di glicemia nel sangue raggiungono i picchi massimi della giornata. Questo fenomeno è legato all’entrata in circolo del glucosio derivante dalla digestione degli alimenti ed è normale se rientra entro certi limiti. 

La glicemia postprandiale viene controllata dall’insulina secreta dal pancreas, allo scopo di favorire l’entrata del glucosio ematico nelle cellule, che lo utilizzano a fini energetici o lo trasformano – soprattutto a livello epatico – in riserva metabolica (sotto forma di glicogeno e/o trigliceridi). 

Valori glicemia post prandiale 

Il valore della glicemia post prandiale è solitamente espresso in mg/dl (milligrammi di glucosio per decilitro di sangue) o, anche, in mmol/mol. Nelle persone sane, i livelli glicemici post pasto salgono raramente oltre i 140 mg/dl (7,8 mmol/l), per poi ritornare ai livelli base entro 3-5 ore dall’ingestione del cibo. 

Glicemia a digiuno e pre-prandiale 80-120 mg/dL (4,4 -7,2 mmol/L)
Glicemia post-prandiale Meno di 180 mg/dL (10,0 mmol/L)

Qualora sia possibile senza incorrere in rischi di ipoglicemia o altri effetti dannosi, è indicato mantenere la glicemia a digiuno tra 80 e 130 mg/dL e quella post-prandiale (tra 1 e 2 ore all’inizio del pasto) sotto 160 mg/dL. 

Se il valore riscontrato tra una e due ore dal pasto risulta compreso tra i 140 mg/dl e i 199/dl si dice che il soggetto è border line. La risposta insulinica sta diminuendo, sta rallentando ed è bene prestare molta attenzione, seguendo una dieta povera di zuccheri per evitare di soffrire di diabete. 

Se i valori, invece, arrivano a superare i 200 mg/dl di sangue, allora si è sicuramente affetti da diabete.

Quali sono le conseguenze per la salute? 

Nelle persone con diabete manifesto la glicemia postprandiale sale oltre i livelli considerati normali. Col passare del tempo, il ripetersi di fenomeni iperglicemici postprandiali finisce col danneggiare occhi, reni, nervi e vasi sanguigni. 

Nel corso degli ultimi decenni, l’iperglicemia post-prandiale (PPG) è emersa come un importante obiettivo per il controllo del diabete perché: 

● prove consolidate dimostrano che un miglior controllo glicemico si ottiene controllando anche la PPG oltre alla glicemia a digiuno; 

● anche se ancora non confermati, alcuni studi dimostrano che la PPG potrebbe essere un fattore di rischio indipendente per complicanze cardiovascolari. 

L’iperglicemia postprandiale, generalmente, inizia prima del diabete di tipo 2, quando il paziente si trova ancora in uno stato pre-diabetico, definito di alterata tolleranza al glucosio

Come si misura la glicemia post prandiale? 

La glicemia postprandiale viene generalmente misurata attraverso il test da carico orale di glucosio (OGTT). In altri casi, questo parametro viene rilevato misurando la glicemia 2 ore dopo l’inizio di un pasto completo, contenente circa 100 grammi di glucosio e preparato secondo le normali abitudini. 

Di solito 3 giorni prima del test, bisogna seguire il consueto regime alimentare. Il prelievo del sangue si esegue esattamente 2 ore dopo l’inizio del pasto; durante questo periodo non bisogna fare attività fisica, bere o fumare.

 

Chi dovrebbe controllare la glicemia post prandiale? 

L’ADA raccomanda che alcune determinate categorie di persone testino i livelli di glicemia post prandiale e di zucchero nel sangue più frequentemente, tra cui: 

● Donne incinte con diabete gestazionale 

● Donne con diabete di tipo 1 o 2 in gravidanza 

● Persone che provano nuova insulina o un nuovo dosaggio di insulina ● Persone con diabete difficile da controllare 

● Persone con una storia di glicemia alta dopo aver mangiato 

● Persone che assumono più farmaci e sono a rischio di glicemia alta o bassa 

I livelli di glucosio nel sangue variano in momenti diversi durante il giorno per un periodo di settimane. Pertanto, è importante controllare la glicemia a intervalli regolari per fornire informazioni accurate al proprio medico.

Come può essere trattata la glicemia post prandiale? 

Ecco ora alcuni suggerimenti per trattare e tenere sotto controllo la glicemia post prandiale:

Utilizza un medicinale adatto a te. Il giusto programma di insulina o farmaci può fare una grande differenza. In generale, per intervenire nei picchi post-pasto, i farmaci che si attivano rapidamente e per un breve periodo sono una scelta migliore di quelli che funzionano lentamente su un lungo periodo. Il tuo medico può raccomandare le opzioni più adatte a te. 

● Tieni sotto controllo la glicemia prima e dopo i pasti. 

Fai attenzione a cosa mangi. Limita i dolci, il pane bianco, il riso, la pasta e le patate. Questi prodotti tendono a innescare picchi post-pasto. 

Anche il tipo di grasso che mangi può influire sulla glicemia post prandiale. Uno studio mostra che potresti essere in grado di frenare i picchi di zucchero nel sangue dopo aver mangiato se eviti i cibi con molto burro e scegli invece un pasto fatto con un po’ di olio d’oliva. 

Fai colazione ogni mattina. Anche quando hai fretta di uscire dalla porta, non essere tentato di saltare la colazione. Uno studio mostra che le persone con diabete che non fanno colazione raggiungono picchi di zucchero nel sangue più alti dopo pranzo e cena. Un piccolo studio mostra che quando le persone facevano una colazione da 500 calorie contenente il 35% di proteine, i livelli di zucchero nel sangue post-pasto erano inferiori rispetto a quelli che avevano iniziato la giornata con cibi ricchi di carboidrati. In ogni caso consulta il tuo medico per conoscere cosa è giusto per te. 

Vai a fare una passeggiata dopo cena. È un’abitudine salutare per tutti, ma se hai il diabete, è anche un buon modo per bruciare il glucosio extra introdotto con un pasto.

Una persona affetta da diabete dovrebbe avere una dieta sana e varia che aiuti a gestire i livelli di zucchero nel sangue. All’interno di questo articolo troverai dei consigli su come organizzare la dieta giornaliera e qualche utile ricetta per comporre un menu perfetto per i diabetici

I seguenti passaggi possono aiutare una persona diabetica a creare un programma alimentare salutare: 

● Annota gli obiettivi giornalieri di calorie e carboidrati

● Determina quante porzioni di carboidrati e altri componenti alimentari ti permettono di raggiungere questi obiettivi. 

Dividi queste porzioni tra i pasti e gli spuntini della giornata. 

Pianifica i pasti per massimizzare l’uso degli ingredienti, ad esempio mangi il pollo arrosto un giorno e la zuppa di pollo il giorno successivo. 

Ripeti il processo per ogni giorno della settimana. 

Monitora i livelli di zucchero nel sangue quotidianamente e il peso regolarmente per vedere se il programma alimentare sta producendo i risultati desiderati. 

Considerazioni sulla pianificazione dei pasti 

Pianificare i pasti in anticipo è un buon modo per garantire che le persone che gestiscono il diabete seguano una dieta equilibrata e nutriente. 

I fattori che influenzano le scelte dietetiche per le persone con diabete includono:


Bilanciare l’assunzione di carboidrati con i livelli di attività e l’uso di insulina e altri farmaci 

Consumare molte fibre per aiutare a gestire i livelli di zucchero nel sangue e ridurre il rischio di colesterolo alto, aumento di peso, malattie cardiovascolari e altri problemi di salute 

Limitare i carboidrati trasformati e gli alimenti con zuccheri aggiunti – come caramelle, biscotti e bibite gassate – che hanno maggiori probabilità di causare un picco di zucchero rispetto ai cereali integrali e alle verdure, per esempio 

Capire come le scelte alimentari possano influire sulle complicanze del diabete, ad esempio il fatto che il sale aumenta il rischio di ipertensione 

Tenere sotto controllo il peso, poiché questo può aiutare una persona a gestire lo sviluppo del diabete e le sue complicanze

Tenere conto dei piani di trattamento individuali, che conterranno le raccomandazioni di un medico o di un dietologo Il piano alimentare ideale per il diabete prevede un menu di tre pasti al giorno, più spuntini.

Cosa non può mangiare una persona affetta da diabete? 

Ecco alcuni cibi che una persona affetta da diabete dovrebbe evitare o almeno limitare:

● Cereali lavorati, come riso bianco o farina bianca 

● Cereali con pochi ingredienti integrali e molto zucchero 

● Pane bianco 

● Patatine fritte 

● Tortillas di farina bianca fritte 

Ricette per diabetici: ecco qualche esempio 

Vediamo ora qualche esempio di ricette per diabetici che ti aiuteranno a comporre un menu in grado di tenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue: 

● Pretzel integrali 

● Pane alle zucchine 

● Pane integrale alla banana 

● Lasagne 

● Insalata di pasta con verdure miste 

● Pasta con pollo alla griglia, fagioli bianchi e funghi 

● Salmone alla griglia alla mediterranea 

● Gamberi alla puttanesca 

● Sogliola ripiena di spinaci 

● Biscotti alle mandorle e albicocche 

● Torta ai frutti di bosco 

● Cheesecake al limone 

Pane per diabetici 

Pretzel integrali 

Numero di porzioni: per 14 persone 

Ingredienti 

● 1 confezione di lievito secco attivo 

● 2 cucchiaini di zucchero di canna

● 1/2 cucchiaino di sale 

● 1 tazza e mezza di acqua calda 

● 1 tazza di farina per pane 

● 3 tazze di farina integrale 

● 1 cucchiaio di olio d’oliva 

● 1/2 tazza di glutine di frumento 

● 1/4 tazza di bicarbonato di sodio 

● 1 albume o 1/4 tazza di sostituto dell’uovo 

● 1 cucchiaio di semi di sesamo, papavero o girasole 

Procedimento 

Nella ciotola di un robot da cucina sciogliere il lievito, lo zucchero, il sale e l’acqua tiepida. Lascia riposare 5 minuti. Aggiungere le farine, l’olio d’oliva e il glutine. Mescolare a mano o con un robot da cucina con un gancio per impastare per 5-10 minuti, fino a quando non si forma un impasto liscio e non appiccicoso. Coprire con della pellicola e riporre in un luogo caldo per circa 1 ora, fino a quando l’impasto non sarà raddoppiato. 

Dividere in 14 pezzi, quindi uno alla volta, crea una forma a U e incrocia le estremità creando la tradizionale forma di pretzel. 

Porta 8-10 tazze di acqua a ebollizione con 1/4 di tazza di bicarbonato di sodio. Aggiungere uno ad uno i pretzel e cuocere per 30 secondi in acqua. Rimuovere con una spatola e porli su una teglia rivestita di carta da forno. Spennellare con albume o sostituto dell’uovo e guarnire con semi di sesamo, papavero o girasole a scelta. Cuocere in un forno a 230 °C per 10-15 minuti, fino a quando non diventano marrone scuro. 

Pane alle zucchine 

Numero di porzioni: per 18 persone (2 pagnotte) 

Ingredienti 

● 6 albumi d’uovo 

● 1/4 tazza di olio di canola 

● 1/2 tazza di salsa di mele non zuccherata 

● 1/2 tazza di zucchero 

● 2 cucchiaini di estratto di vaniglia 

● 1 + 1/4 tazza di farina per tutti gli usi (normale) 

● 1 + 1/4 tazza di farina integrale 

● 1 cucchiaino di lievito in polvere 

● 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio

● 3 cucchiaini di cannella in polvere 

● 2 tazze di zucchine sminuzzate 

● 1/2 tazza di noci tritate 

● 1 tazza e mezzo di ananas schiacciato e non zuccherato 

Procedimento 

Riscaldare il forno a 180 °C. Ricoprire una teglia grande di carta da forno. 

In una ciotola capiente, aggiungere gli albumi, l’olio di canola, la salsa di mele, lo zucchero e la vaniglia. Usando uno sbattitore elettrico, sbatti la miscela a bassa velocità fino a che non sia densa e spumosa. 

In una piccola ciotola, mescola insieme le farine. Metti da parte 1/2 tazza. Aggiungere il lievito, il bicarbonato di sodio e la cannella nella piccola ciotola di farina. 

Aggiungere la miscela di farina alla miscela di albume e utilizzando lo sbattitore elettrico a velocità media, sbattere fino a quando non sarà tutto ben amalgamato. Aggiungere le zucchine, le noci e l’ananas e mescolare finché non sono ben amalgamati. Regola la consistenza della pastella con la restante 1/2 tazza di farina, aggiungendo 1 cucchiaio alla volta. La pastella dovrebbe essere densa e non gocciolante. 

Versare metà della pastella sulla teglia formando due panetti rettangolari. Cuocere fino a quando uno stuzzicadenti inserito al centro delle pagnotte risulta pulito, circa 50 minuti. Lasciate raffreddare il pane per 10 minuti. Gira le pagnotte e lasciale raffreddare completamente. 

Pane integrale alla banana 

Numero di porzioni: per 14 persone 

Ingredienti 

● 1/2 tazza di farina di riso integrale 

● 1/2 tazza di farina di amaranto 

● 1/2 tazza di farina di tapioca 

● 1/2 tazza di farina di miglio 

● 1/2 tazza di farina di quinoa 

● 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio 

● 1/2 cucchiaino di lievito in polvere 

● 1/8 cucchiaino di sale 

● 3/4 tazza di sostituto dell’uovo (o utilizzare gli albumi)

● 2 cucchiai di olio di vinaccioli 

● 1/2 tazza di zucchero grezzo 

● 2 tazze di banana schiacciata 

Procedimento 

Riscaldare il forno a 180 °C. Preparare una teglia coprendola con carta da forno. Mettere da parte. 

In una grande ciotola, mescola insieme tutti gli ingredienti secchi tranne lo zucchero. In una ciotola separata, unire l’uovo, l’olio, lo zucchero e la banana schiacciata. Mescolare bene. Aggiungere la miscela umida agli ingredienti asciutti e unire accuratamente. Cucchiaio in forno per 50-60 minuti. 

Controlla la cottura con uno stuzzicadenti: quando lo stuzzicadenti viene infilato nel panetto e rimosso, non dovrebbe esserci alcuna pastella attaccata. Sfornare il pane, far raffreddare, affettare e servire. 

Pasta per diabetici 

Lasagne 

Numero di porzioni: per 8 persone 

Ingredienti 

● 450 gr di carne macinata extra magra 

● 1 cipolla tritata 

● 1 cucchiaino e mezzo di basilico essiccato 

● 3/4 cucchiaino di origano 

● 3/4 cucchiaino di aglio in polvere 

● 1 lattina di concentrato di pomodoro non salato 

● 1 lattina di salsa di pomodoro non salata 

● 3 + 1/2 tazze d’acqua 

● Tagliatelle di lasagna crude 

● 1 tazza di ricotta a basso contenuto di grassi 

● 3 tazze di mozzarella a basso contenuto di grassi sminuzzata 

Procedimento 

Riscaldare il forno a 160 °C. Rivestire una teglia per lasagne con carta da forno.

Per fare la salsa, in una grande casseruola unire la carne macinata e la cipolla. Cuocere a fuoco medio fino a quando la carne macinata sarà dorata e la cipolla traslucida. Scolare bene. Aggiungere il basilico, l’origano, l’aglio in polvere, il concentrato di pomodoro, la salsa di pomodoro e l’acqua. Mescola per amalgamare in modo uniforme. Portare a ebollizione, abbassare la fiamma e cuocere a fuoco lento per 10 minuti. 

Metti 1/2 tazza di salsa sul fondo della padella preparata. Coprire con uno strato di lasagne crude, 1/3 della salsa rimanente, 1/3 di tazza di ricotta e 1 tazza di mozzarella. Ripeti finché gli ingredienti non sono esauriti. Coprire con un foglio di alluminio e infornare fino a quando le lasagne sono morbide e il formaggio leggermente dorato, circa 1 ora e 20 minuti. 

Insalata di pasta con verdure miste 

Numero di porzioni: per 8 persone 

Ingredienti 

● 340 gr di pasta integrale a forma di spirale 

● 1 cucchiaio di olio d’oliva 

● 1/4 tazza di brodo di pollo a basso contenuto di sodio 

● 1 spicchio d’aglio tritato 

● 2 cipolle medie tritate 

● 1 lattina di pomodori a cubetti non salati in succo 

● 450 gr di funghi affettati 

● 1 peperone rosso affettato 

● 1 peperone verde affettato 

● 2 zucchine medie sminuzzate 

● 1/2 cucchiaino di basilico 

● 1/2 cucchiaino di origano 

● 8 foglie di lattuga romana 

Procedimento 

Cuocere la pasta secondo le indicazioni sulla confezione. Scolare bene la pasta. Mettere la pasta in una grande ciotola da portata. Aggiungere l’olio d’oliva e mescolare. Mettere da parte. 

In una padella capiente, scalda il brodo di pollo a fuoco medio. Aggiungere l’aglio, le cipolle e i pomodori. Soffriggere fino a quando le cipolle saranno trasparenti, circa 5 minuti. Aggiungere le verdure rimanenti e rosolare fino a quando saranno tenere e croccanti, circa 5 minuti. Incorporare il basilico e l’origano.

Aggiungere il composto di verdure alla pasta. Mescolare in modo uniforme. Coprire e conservare in frigorifero fino a quando sarà ben freddo, circa 1 ora. 

Disporre le foglie di lattuga su piatti individuali. Completare con l’insalata di pasta e servire subito. 

Pasta con pollo alla griglia, fagioli bianchi e funghi 

Numero di porzioni: per 6 persone 

Ingredienti 

● 2 petti di pollo disossati e senza pelle 

● 1 cucchiaio di olio d’oliva 

● 1/2 tazza di cipolla bianca tritata 

● 1 tazza di funghi a fette 

● 1 tazza di fagioli bianchi, in scatola o cotti (senza sale aggiunto) 

● 2 cucchiai di aglio tritato 

● 1/4 tazza di basilico fresco tritato 

● 340 gr di pasta non cotta a rotelle 

● ¼ di tazza di parmigiano grattugiato 

● Pepe nero macinato, quanto basta 

Procedimento 

Cuocere alla griglia il pollo finché non sarà dorato, circa 5 minuti per lato. Trasferisci il pollo su un tagliere e lascia riposare 5 minuti prima di tagliarlo a listarelle. 

In una padella larga e antiaderente, scaldare l’olio d’oliva a fuoco medio. Aggiungere le cipolle e i funghi e rosolare finché saranno teneri, circa 5 minuti. Incorporare i fagioli bianchi, l’aglio, il basilico e le strisce di pollo grigliate. Tenere al caldo. 

Riempi una pentola capiente per 3/4 di acqua e porta a ebollizione. Aggiungere la pasta e cuocere al dente, da 10 a 12 minuti o secondo le indicazioni sulla confezione. Scolare bene la pasta. Rimettere la pasta nella pentola e aggiungere il composto di pollo. Mescolare in modo uniforme. Dividi la pasta tra i piatti. Guarnite ciascun piatto con 1 cucchiaio di parmigiano e pepe nero. Servire subito.

Pesce per diabetici 

Salmone alla griglia alla mediterranea 

Numero di porzioni: per 4 persone 

Ingredienti 

● 4 cucchiai di basilico fresco tritato 

● 1 cucchiaio di prezzemolo fresco tritato 

● 1 cucchiaio di aglio tritato 

● 2 cucchiai di succo di limone 

● 4 filetti di salmone 

● Pepe nero spezzato, quanto basta 

● 4 olive verdi tritate 

● 4 fette sottili di limone 

Procedimento 

In una piccola ciotola, unire il basilico, il prezzemolo, l’aglio tritato e il succo di limone. Cospargere il pesce di pepe nero. Ricopri ogni filetto con la stessa quantità di miscela di erbe e aglio. Metti il pesce con le erbe verso il basso sulla griglia. Griglia a fuoco alto. Quando i bordi diventano bianchi, dopo circa 3 o 4 minuti, gira il pesce e mettilo su un foglio di alluminio. Spostare il pesce in una parte più fredda della griglia o abbassare il fuoco. Griglia fino a quando il pesce non sarà opaco. 

Rimuovere il salmone e disporlo su piatti caldi. Guarnire con olive verdi e fettine di limone. 

Gamberi alla puttanesca 

Numero di porzioni: per 4 persone 

Ingredienti 

● 1 cucchiaio di olio d’oliva 

● 500 gr gamberi puliti e sgusciati 

● 1/2 cucchiaino di pepe nero appena macinato 

● 2 cucchiai di vino bianco secco 

● 4 pomodori, pelati e privati dei semi, poi tagliati a dadini 

● 1/4 tazza di pomodori essiccati al sole confezionati a secco, ammollati in acqua, scolati e tritati 

● 3 spicchi d’aglio tritati 

● 1/4 tazza di olive nizzarde snocciolate tritate 

● 1 cucchiaio di capperi, sciacquati e tritati

● 2 filetti di acciughe, sciacquate e tritate finemente 

● 1 cucchiaio di scorza di limone grattugiata 

● 1 cucchiaio di prezzemolo fresco tritato 

● 1 cucchiaio di basilico fresco tritato 

● 1/2 cucchiaino di fiocchi di peperone rosso (facoltativo) 

Procedimento 

In una pentola o in una padella larga e antiaderente, scalda l’olio d’oliva a fuoco medio-alto. Aggiungere i gamberi spolverati di pepe nero e cuocere per circa 3 minuti. Girare i gamberi e cuocere fino a quando non saranno opachi e rosa, circa 2 minuti in più. Trasferire in una ciotola e tenere al caldo. 

Aggiungere il vino e sfumare, mescolando con un cucchiaio di legno per raschiare eventuali pezzetti dorati. Aggiungere i pomodori freschi, quelli secchi e l’aglio. Riduci la fiamma a una temperatura media e lascia sobbollire finché i pomodori non saranno teneri, circa 3 minuti. 

Aggiungere tutti gli ingredienti rimanenti e cuocere per circa 2 minuti in più per consentire ai sapori di amalgamarsi. Rimettere i gamberi nella padella e mescolare bene. Servite subito. 

Sogliola ripiena di spinaci 

Numero di porzioni: per 2 persone 

Ingredienti 

● 1 cucchiaino di olio d’oliva 

● 2 tazze di foglie di spinaci fresche 

● 2 cucchiaini di aglio tritato 

● Pepe nero macinato, quanto basta 

● 2 filetti di sogliola 

● 1/2 cucchiaino di burro sciolto 

Procedimento 

Riscaldare il forno a 200 °C. Ricoprire una teglia di carta da forno. 

In una padella, scaldare l’olio d’oliva a fuoco medio. Aggiungere gli spinaci, l’aglio e il pepe. Soffriggi finché gli spinaci non iniziano ad appassire, 2-3 minuti. 

Mettere i filetti di sogliola nella teglia preparata. Mettere metà della miscela di spinaci al centro di ogni filetto e arrotolare. Posizionare i filetti arrotolati con la cucitura rivolta verso il

basso. Spennellate con burro fuso. Cuocere fino a quando il pesce sarà completamente opaco, da 8 a 10 minuti. Trasferire in piatti individuali e servire immediatamente. 

Dessert per diabetici 

Biscotti alle mandorle e albicocche 

Numero di porzioni: 24 biscotti 

Ingredienti 

● 3/4 di tazza di farina integrale 

● 3/4 di tazza di farina per tutti gli usi (normale) 

● 1/4 di tazza di zucchero di canna ben confezionato 

● 1 cucchiaino di lievito in polvere 

● 2 uova, leggermente sbattute 

● 2 cucchiai di latte magro 

● 2 cucchiai di olio di canola 

● 2 cucchiai di miele scuro 

● 1/2 cucchiaino di estratto di mandorle 

● 2/3 di tazza di albicocche secche tritate 

● 1/4 tazza di mandorle tritate grossolanamente 

Procedimento 

Riscalda il forno a 180 °C. 

In una ciotola capiente, unire le farine, lo zucchero di canna e il lievito. Sbatti per amalgamare. Aggiungere le uova, il latte, l’olio di canola, il miele e l’estratto di mandorle. Mescolare con un cucchiaio di legno fino a quando l’impasto inizia a unirsi. Aggiungere le albicocche e le mandorle tritate. Con le mani infarinate, impastare fino ad ottenere un composto omogeneo. 

Posizionare l’impasto su un lungo foglio di pellicola trasparente e modellare a mano in un tronco appiattito. Solleva la pellicola per capovolgere l’impasto su una teglia antiaderente. Cuocere fino a doratura leggera, da 25 a 30 minuti. Trasferire su un’altra teglia a raffreddare per 10 minuti. Lasciare il forno impostato a 180 °C. 

Posiziona il tronco raffreddato su un tagliere. Con un coltello seghettato, tagliare trasversalmente sulla diagonale in 24 fette. Disporre le fette, con il lato tagliato verso il basso, sulla teglia. Rimettere in forno e cuocere fino a quando non saranno croccanti, da 15

a 20 minuti. Trasferire su una gratella e lasciare raffreddare completamente. Conservare in un contenitore ermetico. 

Torta ai frutti di bosco 

Numero di porzioni: per 6 persone 

Ingredienti 

● 1/2 tazza di budino alla vaniglia istantaneo senza grassi e senza zucchero a base di latte senza grassi 

● 3/4 di tazza di fragole a fette (circa 12-15 fragole medie) 

● 3/4 tazza di lamponi 

● 6 fette di pan di spagna 

● 6 cucchiai di farcitura leggermente montata 

● 6 foglie di menta, per guarnire 

Procedimento 

Prepara il budino seguendo le indicazioni sulla confezione. In una piccola ciotola, mescola insieme le fragole e i lamponi. 

Dividere il budino tra le fette di pan di spagna (circa 4 cucchiaini ciascuna). Aggiungere circa 2 cucchiai della miscela di frutti di bosco a ciascuna torta. Completare ciascuno con 1 cucchiaio di guarnizione montata. Decorare con foglioline di menta. Servire immediatamente o riporre in frigorifero fino al momento di servire. 

Cheesecake al limone 

Numero di porzioni: per 8 persone 

Ingredienti 

● 2 cucchiai di acqua fredda 

● 1 busta di gelatina non aromatizzata 

● 2 cucchiai di succo di limone 

● 1/2 tazza di latte scremato, riscaldato quasi all’ebollizione 

● Sostituto dell’uovo equivalente a 1 uovo o 2 albumi 

● 1/4 tazza di zucchero 

● 1 cucchiaino di vaniglia 

● 2 tazze di ricotta a basso contenuto di grassi 

● Scorza di limone

Procedimento 

Unire acqua, gelatina e succo di limone nel contenitore del frullatore. Lavorare a bassa velocità per 1 o 2 minuti per ammorbidire la gelatina. 

Aggiungere il latte caldo, lavorando fino a quando la gelatina si sarà sciolta. Aggiungere il sostituto dell’uovo, lo zucchero, la vaniglia e il formaggio nel contenitore del frullatore. Frullare ad alta velocità finchè non sarà tutto amalgamato. 

Versare in uno stampo da torta. Porre in frigorifero per 2 o 3 ore. Se lo desideri, aggiungi la scorza di limone grattugiata appena prima di servire.

Gli alimenti a basso indice glicemico aumentano più lentamente i livelli di zucchero presenti nel sangue rispetto agli alimenti con punteggi moderati o alti. Ma quali sono i migliori cibi a basso indice glicemico da integrare nell’alimentazione? 

Diverse ricerche suggeriscono che una dieta a base di alimenti a basso indice glicemico può aiutare a ridurre la pressione sanguigna negli adulti sani. Una dieta a basso contenuto di carboidrati, inoltre, può migliorare i livelli di glucosio nel sangue nelle persone da diabete, sebbene le attuali linee guida non raccomandano alcun conteggio specifico di carboidrati o un piano dietetico per le persone affette da diabete. 

All’interno di questo articolo troverai alcuni dei più indicati alimenti a basso indice glicemico oltre che qualche consiglio alimentare per le persone che seguono una dieta a basso indice glicemico. 

Cos’è l’indice glicemico? 

L’indice glicemico (IG) è un valore numerico assegnato agli alimenti in base a quanto lentamente o velocemente sono in grado di aumentare i livelli di glucosio nel sangue. Si tratta di un sistema di classificazione per gli alimenti che contengono carboidrati. Gli alimenti con un indice glicemico basso sono quelli che tendono a rilasciare il glucosio in modo lento e costante. Al contrario, gli alimenti che sono collocati alle prime posizioni sulla scala IG aumentano molto rapidamente il glucosio. 

Gli alimenti a basso indice glicemico aiutano, inoltre, a facilitare la perdita di peso aumentando il senso di sazietà

Le persone che sono affette o a rischio di diabete dovrebbero mangiare più cibi con un basso indice glicemico. Questo perché queste persone tendono ad avere basse quantità di insulina (diabete di tipo 1) o un alto grado di resistenza all’insulina (diabete di tipo 2). L’insulina è l’ormone che tiene sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue. In sua assenza, gli zuccheri nel sangue possono aumentare notevolemente nel momento in cui una persona ingerisce cibi ad alto indice glicemico. Gli alimenti a basso indice glicemico rilasciano lo zucchero gradualmente e quindi prevengono un brusco aumento della glicemia.

Gli alimenti ad alto indice glicemico, dall’altro lato, aiutano con il recupero di energia dopo l’esercizio fisico ed aiutano anche il recupero in caso di bassi livelli di glucosio nel sangue (ipoglicemia). 

L’indice glicemico (IG) è basato su una scala da 1 a 100 ed è assegnato con riferimento al glucosio puro a cui è arbitrariamente associato un IG di 100. Pertanto, se un alimento ha un IG di 30, significa che aumenterà la glicemia solo del 30% rispetto al glucosio puro. 

Ecco una classificazione degli alimenti più specifica in base all’indice glicemico: ● gli alimenti a basso indice glicemico hanno un punteggio inferiore a 55 ● gli alimenti a medio indice glicemico punteggio 55-70 

● gli alimenti ad alto indice glicemico hanno un punteggio superiore a 70 La tabella seguente fornisce esempi di alcuni alimenti con punteggi IG bassi, medi o alti. 

Alimenti a basso indice glicemico (sotto 55)Alimenti a medio indice Alimenti ad alto indice glicemico (55-70) glicemico (oltre 70)
Fiocchi d’avena Riso integrale o basmati Patate
Orzo, Bulgur Cous cous Pane bianco
Fagioli e piselli Pane integrale Biscotti
Verdure non amidacee Pane di segale Cereali per la colazione
Latte Avena Pasta istantanea
Patate dolci Miele Riso bianco a grani corti
La maggior parte dei frutti Succo d’arancia Ananas e melone

Quali sono i migliori alimenti a basso indice glicemico? 

Di seguito sono riportati 6 dei migliori alimenti a basso indice glicemico, basati sulle tabelle internazionali dell’indice glicemico e dei valori di carico glicemico. All’interno di ciascuno troverai anche i relativi benefici per la salute di questi alimenti e alcune esempi su come gustarli. 

1. Avena – 55 

Con un punteggio IG di 55, i fiocchi d’avena sono un’opzione a basso indice glicemico come cereali per la colazione. L’avena contiene beta-glucano, un tipo di fibra che offre numerosi benefici per la salute.

Secondo molti studi, infatti, questa fibra può migliorare il livello di colesterolo contenuto nel sangue oltre che prolungare il senso di sazietà. 

L’avena non lavorata possiede i migliori benefici per la salute e un punteggio IG più favorevole. L’avena rapida e istantanea è più lavorata rispetto all’avena semplice e ha, inoltre, un punteggio un IG più elevato. 

Il porridge è facile da preparare a casa: basta versare insieme avena e latte – o un’alternativa a base di latte vegetale – in una padella e mescolare mentre gli ingredienti si riscaldano. Il porridge è pronto quando l’avena assorbe tutto il latte e il composto si è addensato. 

2. Latte – da 37 a 39 

Il latte è un prodotto lattiero-caseario a basso indice glicemico. Il punteggio IG per il latte scremato è di 37, mentre il latte intero ha un punteggio di 39. 

Il latte è ricco di calcio, molto importante per la salute delle ossa. Le ricerche affermano che bere latte regolarmente può ridurre la progressione dell’osteoartrosi del ginocchio nelle donne. 

Il latte di soia a ridotto contenuto di grassi ha un punteggio IG compreso tra 17 e 44 e il latte di soia intero, invece, ha mediamente un punteggio di 44. Ricorda che il punteggio IG specifico varia a seconda delle marche. 

Un buon modo per gustare il latte è aggiungerlo a un frullato contenente frutta a basso indice glicemico, come mele, banane, uva e mango. La maggior parte dei frutti, infatti, ha un basso indice glicemico grazie al loro contenuto di fruttosio e fibre. Attenzione, però, ad alcune tipologie con un indice glicemico medio-alto come meloni, ananas e frutta secca, come datteri, uvetta e mirtilli rossi disidradati. 

3. Ceci – 28 

I ceci sono un legume a basso indice glicemico, con un punteggio di 28 sulla scala IG. 

I ceci sono una buona fonte di proteine e fibre, rispettivamente con 11,8g e 10,6g per tazza. Contengono anche nutrienti fondamentali, come calcio, potassio e vitamina B-9. 

I ceci possono essere usati come sostituto delle patate o del riso bianco, che hanno punteggi IG elevati. I ceci arrostiti possono essere, inoltre, un’ottimo spuntino facile e veloce.

Infine, un altro modo gustoso per mangiare più ceci è preparare l’hummus. Questo popolare piatto mediorientale è davvero semplice e gustoso. 

4. Carote – 39 

Con un punteggio IG di 39, le carote sono un’ottima alternativa salutare al pane da intingere nell’hummus. 

Le carote contengono beta-carotene che fa bene alla salute degli occhi. Sono anche un’ottima fonte di antiossidanti, che aiutano a proteggere le cellule del corpo dai danni. 

Un’altra idea è di utilizzare le carote come contorno di verdure abbinate a qualsiasi piatto. Esse possono essere consumate crude o cotte, per esempio al vapore o bollite. 

5. Fagioli rossi – 24 

Con un punteggio IG di 24, i fagioli rossi sono un alimento versatile a basso indice glicemico. 

Questi fagioli sono ricchi di proteine e fibre, rispettivamente con 13,36 g e 11 g per tazza. Contengono anche potassio e sono a bassissimo contenuto di grassi. 

I fagioli rossi sono un’ottima aggiunta, oltre al peperoncino, per piatti a base di carne o vegetariani. 

6. Lenticchie – 32 

Con un punteggio di 32 sulla scala IG, le lenticchie sono un ottimo contorno a basso indice glicemico per pranzi e cene. 

Le lenticchie sono ricche di proteine (17,86 g per tazza) e fibre (15,6 g per tazza). Sono anche una buona fonte di fosforo e potassio. 

Un piatto indiano chiamato dhal è un modo sano e gustoso per gustare le lenticchie. Adatto ai vegani, il dhal è anche facile da preparare in casa. 

Cosa influisce sull’IG di un alimento? 

Molti fattori influenzano il punteggio IG di un alimento, tra cui:

Livello di elaborazione: i carboidrati più elaborati tendono ad avere punteggi IG più elevati. 

Maturazione: lo zucchero nella frutta si scompone man mano che il frutto matura aumentando il punteggio IG. 

Preparazione: il processo di cottura può abbattere i carboidrati, aumentando il punteggio IG del pasto. 

Condimento: l’uso di un condimento acido, come il limone, riduce il punteggio IG di un pasto. 

Tipo di amido: l’amilosio ha un punteggio IG inferiore rispetto all’amilopectina. 

Suggerimenti per seguire una dieta a basso indice glicemico 

Gli alimenti di cui abbiamo parlato sopra sono un buon punto di partenza per le persone interessate a una dieta a basso indice glicemico. 

Quando si segue questa tipologia di dieta, è importante ricordare che i cibi ad alto indice glicemico non sono vietati: una persona dovrebbe solamente consumarli con moderazione e attenzione. 

Chiunque voglia seguire una dieta a basso indice glicemico può, in aggiunta, gustare cibi che non contengono carboidrati, come i seguenti: 

● carne 

● uova 

● pesce 

● frutti di mare 

● olio d’oliva 

● burro 

● erbe aromatiche 

● spezie 

● noccioline 

In conclusione, gli alimenti a basso indice glicemico hanno un punteggio glicemico inferiore a 55. Contengono carboidrati che impiegano più tempo a scomporsi rispetto agli alimenti ad alto indice glicemico. Gli alimenti a basso indice glicemico aumentano i livelli di zucchero nel sangue di una persona più lentamente rispetto agli alimenti a indice glicemico moderato o alto.

PREMESSA 

Se parliamo di diabete, il miele è un alleato vincente o un ingrediente dannoso per l’organismo già debole del soggetto? Scopriamolo assieme in questo articolo dedicato a uno degli alimenti base nel mondo. 

Il miele è un alimento molto noto che viene prodotto dalle api, dal quale prendono il nutrimento fondamentale nei mesi invernali o tra una fioritura e l’altra. Si tratta di un alimento immancabile in casa proprio perché questo semplice ingrediente ricopre molteplici utilizzi, tra cui l’uso culinario e la cura della pelle. Il miele in cucina ha un’azione conservante, come dolcificante nel caffè o nel the – sostituendolo allo zucchero – ma è anche un ottimo prodotto d’abbinamento per altre pietanze come i formaggi, regalandone prelibatezza estrema.

PROPRIETÀ NUTRIZIONALI DEL MIELE

Le varietà di miele sono veramente infinite e vengono prodotte grazie alle diverse specie vegetali visitate da questi piccoli ma utilissimi insetti: vi è il millefiori così come il miele monofloreale che al suo interno dovrebbe comunque contenere nettari provenienti da più piante, dato che è impossibile le api accumulino nettare da un solo fiore. Grazie alla fioritura di raccolta del nettare, il colore potrà essere più intendo così come la sua consistenza, il suo sapore, le proprietà organolettiche ma anche il profumo potrà assumere aspetti sensoriali totalmente opposti. Abbiamo così l’aroma grazioso del miele d’acacia, un prodotto liquido e molto cristallino, per passare poi al profumo resinoso del tiglio, al gusto lattico della melata di eucalipto e abete. Il gusto del miele va da quello amaro (miele di castagno) a quello più delicato e floreale del miele agrumato. 

Ma vediamo i nomi dei mieli italiani più degni di nota: 

  • Miele millefiori, prodotto da molti nettari diversi, è un ottimo tonificante
  • Miele di acacia, è particolarmente liquido. Ha la tendenza a cristallizzare e il suo sapore è molto piacevole e richiama i sentori di vaniglia e zucchero a velo. Il suo colore è molto chiaro. Ha un forte potere antinfiammatorio e lassativo
  • Miele di acero, più scuro e consistente
  • Miele di agrumi (chiamato anche miele di Zagara), viene prodotto nelle aree degli agrumi come Lazio, Sardegna, Calabria, Basilicata e Campania. È prodotto dall’arancio, il bergamotto, limone, mandarino, cedro, clementine e pompelmo
  • Miele di corbezzolo, ha la peculiarità di essere molto amaro con una produzione abbastanza limitata. La fioritura autunnale – a volte con temperature più basse – non aiuta le api a raccogliere il nettare necessario. Le aree sono la Sardegna, la Toscana e la Corsica. Questo è uno dei mieli più rari ma anche costosi e pregiati
  • Miele di manuka, di origine neozelandese e australiana, ha molteplici effetti benefici. Già dall’antichità era considerato un miele in grado di prevenire disturbi e condizioni patologiche, grazie alle sue proprietà antibatteriche naturali. Previene i tumori, il colesterolo alto, riduce l’infiammazione sistemica, aiuta nei problemi gastrointestinali ed è un valido aiutante contro il diabete
  • Miele di tiglio, è noto per le sue proprietà calmanti, rilassanti e rinfrescanti
  • Miele di rosmarino, è considerato raro e nell’antica Roma veniva usato per addolcire il vino. È tipico della Puglia e della Sardegna e richiama i sentori floreali nel suo profumo
  • Miele di castagno, è un ottimo rimedio alla depurazione del fegato e dei reni. È in grado di combattere l’anemia e regola la circolazione sanguigna
  • Miele di tamerice, anche questo è molto raro e viene prodotto nelle località marine del sud Italia, dove le tamerici abbondano.

Ma veniamo ora ad analizzare i principali componenti di questo prodotto dorato:

  • Glucosio 35,75 g
  • Fruttosio 40,94 g
  • Acqua 17,1 g
  • Sali minerali

Come ben si può intendere dai dati appena descritti, gli zuccheri si aggirano attorno alla percentuale del 70/80%. Tra questi, i monosaccaridi (glucosio e fruttosio) dal 70% di presenza nei prodotti di melata, arrivano ad avvicinarsi al 100% nel miele da nettare. Il fruttosio risulta essere lo zucchero più presente nel miele ed è in grado di donargli un potere dolcificante ancora più alto rispetto allo zucchero raffinato. Lo zucchero del miele rappresenta una fonte di energia molto utile e duratura per il nostro organismo. Questo ingrediente naturale è un ottimo carburante per gli sportivi prima di svolgere l’attività agonistica, con un apporto calorico di 300 Kcal per 100 grammi. 

Rispetto al miele, lo zucchero raffinato è ricco di saccarosio, un composto di glucosio e fruttosio, ma non contiene vitamine e oligoelementi.

Tornando al nostro miele, vi sono contenuti:

  • Oligoelementi (rame, iodio, ferro, manganese, silicio e cromo soprattutto nei mieli con colore più scuro)
  • Vitamine (A, E, K, C, complesso B)
  • Derivati dell’acido caffeico
  • Enzimi
  • Sostanze batteriche quali l’acido formico
  • Sostanze antibiotiche come la germicidina.

Sono proprio queste ultime due tipologie a permettere una conservazione duratura del miele, con un effetto di disinfettante naturale.

CALORIE E VALORI NUTRIZIONALI DEL MIELE

Come è già stato accennato, le calorie contenute nel miele arrivano a 304 kcal per 100 grammi di prodotto.

Tra i valori nutrizionali al suo interno troviamo:

  • Proteine 0,3 g
  • Carboidrati 82,4 g
  • Zuccheri 82,12 g
  • Grassi 0 g
  • Fibra alimentare 0,2 g
  • Sodio 4 mg
  • Calcio 6 mg
  • Magnesio 2 mg
  • Fosforo 4 mg
  • Potassio 52 mg
  • Sodio 4 mg
  • Fluoro 7 mg
  • Vitamine < 2 mg

Da come si nota, le componenti racchiuse nel miele aiutano il sistema immunitario e hanno un’azione terapeutica di antibiotico naturale. Non a caso anche in cosmetica si utilizzano impacchi e maschere di questo alimento per dare un tocco di vita ai capelli e combattere varie patologie della pelle, tra cui l’acne.

I BENEFICI DEL MIELE (MA ATTENZIONE CON IL DIABETE!)

In tema di benefici, il miele aggiunto a una tisana o al latte caldo, diventa un grande aiuto decongestionante per i problemi respiratori, come tosse e raffreddore. Le difese immunitarie vengono rafforzate e la sua azione è anche in grado di conciliare meglio il sonno. Altri benefici naturali vengono apportati al cuore, al fegato, ai reni e alle ossa. Il miele è indicato anche in gravidanza nel periodo della gestazione per aiutare la mamma e il bimbo dal punto di vista nutrizionale. Inoltre, dona un grande contributo alla potenza e alla resistenza dei muscoli nello sportivo.

Va ricordato che le proprietà altamente positive del miele non vanno intese come sostitutive dei medicinali in caso di infezioni gravi.

Oltre ai tantissimi rimedi naturali, il miele può provocare anche intolleranze e allergie a chi ne fa uso: primo tra tutti il nostro diabetico che risente negativamente dello stato troppo zuccherino del nostro protagonista. La soluzione è consumarlo con parsimonia e attenzione, non eccedendo le dosi consigliate dal diabetologo o dal proprio medico.

IL MIELE E IL DIABETE

Ma veniamo al caso specifico degli effetti del miele nell’organismo di un diabetico. Quando si cita nel diabete l’aggettivo “mellito”, si intende appunto dolce come il miele, con un riferimento ovvio al sapore dolce delle urine. Nonostante sia un dolcificante naturale e con ottime caratteristiche benefiche, l’80% dei suoi componenti sono rappresentati dagli zuccheri. Si potrebbe anche dire che un cucchiaino di miele contiene più glucosio di una bustina stessa di zucchero. 

Il diabetico deve ben badare alla quantità di miele da assumere, ma non per questo motivo va evitata a priori. Questo alimento ricco di vitamine e sali, può donare dei vantaggi al soggetto: la struttura dolcificante del miele può sostituire infatti lo zucchero, donando comunque dolcezza ai piatti/bevande. Tra i benefici per i diabetici, sembra che il miele apporti un innalzamento naturale dei livelli di insulina nel sangue, rendendo stabile il glucosio nell’organismo del paziente. Se ci troviamo di fronte a situazioni di diabete o prediabete, il miele risulta essere un’ottima alternativa allo zucchero. Nonostante ciò, la risposta glicemica a questi due ingredienti alimentari è la stessa ed è necessario dosare con cura la quantità di miele assunta.

In uno studio condotto su 50 diabetici di tipo 1, il miele ha avuto un effetto glicemico inferiore su tutti i soggetti presenti. 

Il miele risulta essere un ottimo ingrediente da includere con parsimonia nella dieta del diabetico, anche se prima della sua assunzione va consultato il parere di un medico che in base alla condizione clinica del soggetto, capirà se consentire o meno questo alimento al malato.

IL MIELE E LE PRECAUZIONI PER L’INDICE GLICEMICO

L’indice glicemico permette ai carboidrati assunti di aumentare i livelli di glicemia nel sangue. 

Il miele ha un indice glicemico pari a 61 (lo stesso IG del saccarosio, meglio conosciuto come zucchero da cucina) e come abbiamo spiegato nel paragrafo sopra, la sua assunzione va limitata e dosata costantemente per evitare ulteriori complicazioni alle persone affette da malattie gravi come il diabete. Essendo un elemento a indice glicemico medio, è consigliabile non superare i 25/50 grammi di miele al giorno (in un cucchiaio ci sono 10 grammi di prodotto, mentre in un cucchiaino 5 grammi).

LA FRUTTA E IL DIABETE

Il diabete non va sempre d’accordo con la frutta in generale. 

Sebbene le sue proprietà benefiche e i tanti vantaggi apportati da vitamine e sali minerali, a causa dei livelli troppo elevati di zucchero contenuti al suo interno, è raccomandato assumere la frutta con moderazione (circa 350 grammi al giorno per un soggetto diabetico medio). 

I soggetti affetti da diabete dovrebbero evitare banane, fichi freschi, uva e la frutta essiccata. Il resto della frutta può essere consumato ma bisogna fare attenzione questa sia fresca e non sottoforma di succo industriale, dove vengono aggiunti zuccheri o edulcoranti artificiali. 

Ma vediamo nel dettaglio tutti i tipi di frutta che un diabetico può gustare in tranquillità:

  • Kiwi
  • Agrumi
  • Ananas
  • Anguria
  • Pere
  • Pesche e Albicocche
  • Mele
  • Melone
  • Mandarini
  • Fragole
  • Frutti di bosco.

Ricapitolando, il miele così come tanti altri frutti apporta ottime proprietà all’organismo di un diabetico, nelle giuste proporzioni assunte, ma è sempre preferibile chiedere consiglio a un diabetologo per rendere la dieta il più personalizzata possibile.

Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata da un’eccessiva quantità di glucosio nel sangue. Questa condizione è causata da una scarsa funzionalità del pancreas, l’organo preposto al rilascio di insulina, ormone che ha il compito di mantenere a livelli normali lo zucchero nel sangue. 

Se hai familiarità con il diabete mellito è probabile che tu sia abbia sentito nominare le due forme più comuni, il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2. È importante, di entrambe le tipologie, avere una conoscenza più approfondita essendo una patologia che copre un’ampia gamma di disturbi metabolici che, se non trattati adeguatamente, possono causare danni a lungo termine.

Ciò che entrambe queste condizioni hanno in comune è che il corpo non produce insulina sufficiente per poter utilizzare l’energia data dal cibo. L’insulina, infatti, è necessaria per convertire lo zucchero del cibo in un combustibile da cui traggono energia tutte le cellule del corpo. 

LE CAUSE DEL DIABETE MELLITO

Il diabete è una patologia che può presentare diverse variabili che le persone potrebbero non attribuire necessariamente ad una tipologia specifica. I sintomi, infatti, possono essere vari e manifestarsi sia singolarmente che contemporaneamente. Ad oggi, le forme di diabete maggiormente discusse e sperimentate sono:

Diabete mellito di tipo 1

È una malattia autoimmune che colpisce una esigua parte di persone affette da diabete ed è generalmente noto come “diabete giovanile” perché più diffuso tra adolescenti e bambini. In questo caso è il sistema immunitario stesso che danneggia il pancreas, impedendogli di produrre insulina. 

Diabete mellito di tipo 2

È la forma che si manifesta nella maggior parte delle persone affette da diabete ed è noto come diabete mellito non insulino-dipendente (NIDDM) e viene diagnosticato prevalentemente agli adulti. La sua comparsa può essere dovuta principalmente a due motivi: il pancreas non produce abbastanza insulina o la sensibilità all’insulina prodotta dal corpo diminuisce impedendone un efficace utilizzo e, in alcuni casi, le due cause possono coesistere.

PREVENZIONE DEL DIABETE MELLITO

Per parlare della prevenzione primaria del diabete mellito non si può trascurare il fatto che esistono dei fattori non modificabili e dei fattori modificabili. I fattori non modificabili sono sostanzialmente dati da un’eventuale familiarità della malattia, l’avanzare dell’età, la predisposizione genetica e un pregresso diabete gestazionale. Tra i fattori modificabili o potenzialmente modificabili vi sono invece l’eccesso ponderale (l’80% di persone affette da diabete di tipo 2 sonno obese), l’alimentazione e la sedentarietà. Specialmente nel secondo caso diventa di vitale importanza evitare il sovrappeso e iniziare una dieta ipocalorica indicata da un nutrizionista specializzato. Ma anche nel caso in cui non sussistano problemi di natura ponderale, è necessario seguire un’alimentazione quanto più possibile sana ed equilibrata, specialmente per le persone a rischio per motivi di familiarità. A questo va aggiunto lo svolgimento di un’attività aerobica giornaliera di almeno 20/30 minuti.

QUALI SONO I SINTOMI DEL DIABETE MELLITO?

La maggior parte delle diverse tipologie di diabete ha caratteristiche simili e questo è dovuto al fatto che la causa principale è la stessa, ovvero l’incapacità dell’organismo di usare le energie prodotte dal cibo e l’aumento di glucosio nel sangue.

Non è remota la possibilità di essere affetti da questa patologia e non esserne a conoscenza e per questo motivo è importante sapere quali sono i sintomi del diabete mellito più classici tra cui: 

  • Aumento della sete
  • Aumento della minzione
  • Frequenti infezioni urinarie o candida
  • Dimagrimento ingiustificato
  • Fame eccessiva, malgrado si mangi regolarmente
  • Nausea e vomito
  • Visione offuscata
  • Secchezza della pelle
  • Lenta guarigione di infezioni, piaghe e ulcerazioni
  • Problemi dentali tra cui alito cattivo e carie
  • Dolore, intorpidimento e formicolio ai piedi.

In presenza di uno o più sintomi tra quelli elencati, anche se attribuibili a qualcos’altro, è consigliabile fare un test per valutare l’indice glicemico e, nel caso si tratti di diabete, iniziarne il trattamento fin dalle fasi iniziali.

LA CURA DEL DIABETE MELLITO

L’aspetto positivo del diabete è che può essere trattato e l’adattamento del paziente alle terapie è cruciale affinché le stesse risultino efficaci. Indipendentemente dalla tipologia da cui si è affetti è essenziale raggiungere un equilibrio tra i livelli di zucchero, la dieta e l’attività fisica. Nel caso in cui sia necessaria, l’assunzione di insulina deve avvenire nei termini prescritti dal medico. Se solo uno di questi aspetti viene trascurato esiste una maggiore possibilità che si debbano affrontare complicazioni più o meno gravi.

Non bisogna scordare che i livelli incontrollati di glucosio nel sangue possono portare a neuropatie che sono spesso irreversibili e causano danni agli organi interni, malattie cardiovascolari e ictus. Per quel che concerne la cura del diabete mellito in tutte le sue varianti, andiamo a vedere più nello specifico quali sono i trattamenti usati più comunemente.

Trattamento del diabete mellito di tipo 1

Il diabete di tipo 1 richiede l’utilizzo di insulina in forma di farmaco. La sua assunzione può avvenire sia sotto forma di iniezioni a intervalli regolari, anche con penne pre-riempite, sia con l’aiuto di una pompa collegata al corpo che rilascia l’insulina (generalmente ad azione rapida) in quantità preimpostate e in tempi programmabili. 

Al giorno d’oggi sono in commercio diversi tipi di insulina che rendono più semplice e gestibile tutti i trattamenti.

  • Insulina ad azione rapida: agisce tra i 2,5 e i 20 minuti dalla somministrazione e l’effetto dura fino a 5 ore.
  • Insulina a lunga durata: agisce dopo circa 30 minuti e l’effetto dura fino a 8 ore.
  • Insulina ad azione intermedia o insulina basale: agisce in 60/90 minuti e l’efficacia può durare fino a 24 ore.
  • Insulina miscelata: è disponibile in diverse varianti ad azione rapida o breve ed è miscelata con insulina ad azione intermedia.
  • Insulina ad azione prolungata: questa insulina può essere assunta una volta al giorno, raramente due, in quanto la sua efficacia dura 24 ore.

A seconda delle esigenze soggettive e di altri vari fattori, tra cui il livello di zucchero, il medico può prescrivere uno o più tipi di insulina.

Trattamento del diabete mellito di tipo 2

Il diabete mellito di tipo 2 contempla, a livello di trattamento, uno spettro più ampio di prodotti e il diabetologo può prescrivere uno o più farmaci per mantenere sotto controllo il livello di glucosio nel sangue. Questi possono includere:

  • Metformina: il suo ruolo è quello di ridurre la formazione di glucosio nel fegato e di migliorare la sensibilità all’insulina. 
  • Sulfaniluree (o sulfoniluree): aumentano la produzione di insulina
  • Glinidi: aiutano il pancreas a produrre maggiori quantità di insulina e in tempi più rapidi rispetto alle sulfaniluree. 
  • Tiazolidindioni: migliorano la sensibilità all’insulina
  • Inibitori DPP-4: il loro scopo è quello di ridurre i livelli di zucchero nel sangue.
  • Agonisti del recettore GLP-1: funzionano rallentando il processo di digestione e abbassando i livelli di zucchero.
  • Inibitori SGLT2: interrompono il ritorno del glucosio nel flusso sanguigno.

Come ultima risorsa, nell’eventualità che i medicinali che si stanno assumendo non aiutino in modo sufficiente, il medico potrebbe decidere di inserire l’insulina nella tabella farmacologica giornaliera.

Il diabete e il prediabete colpiscono milioni di persone e la conoscenza di questa patologia, dei suoi sintomi e dei suoi trattamenti aiuta a migliorare la qualità della vita.  Se dovessi avvertire alcuni dei sintomi che la caratterizzano, non esitare a rivolgerti al tuo medico di famiglia che ti aiuterà a trovare le soluzioni migliori per affrontarla serenamente. Nel frattempo, non scordare che un sano stile di vita ti aiuta a prevenirlo!

Il diabete è una malattia che si caratterizza per la presenza di eccessive quantità di glucosio nel sangue, fenomeno noto con il termine di iperglicemia, e per la scarsa o inefficace produzione di insulina da parte del pancreas. Esistono diverse forme di diabete che dipendono da alcuni fattori variabili e che si manifestano con precise sintomatologie e richiedono differenziati approcci per la loro gestione. Le due tipologie più conosciute sono il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2 che hanno alcune caratteristiche simili (i sintomi) ma non altrettanto simili criteri per quel che riguarda le terapie. La cura del diabete di tipo 1 non sarà la stessa prevista per il diabete di tipo 2 perché le loro cause sono completamente diverse.

COS’È IL DIABETE DI TIPO 1 E DIFFERENZE CON IL DIABETE DI TIPO 2

Il diabete mellito di tipo 1 è spesso conosciuto come “diabete infantile” perché è una forma che si manifesta prevalentemente nel periodo dell’infanzia e dell’adolescenza. Tuttavia, questa terminologia sta perdendo parte del suo significato, in quanto non è raro che vi siano dei casi di insorgenza anche nell’età adulta. In questo tipo di diabete il pancreas non è in grado di produrre insulina a causa del malfunzionamento o della distruzione delle cellule Beta che sono preposte alla produzione di questo ormone, fondamentale perché avvenga una normale regolazione del glucosio nel sangue. Un’ulteriore classificazione interna del diabete di tipo 1 presenta la suddivisione in diabete mellito autoimmune e diabete mellito idiopatico. 

Le differenze con il diabete di tipo 2 sono molto evidenti. Il diabete di tipo 1 ha spesso un esordio molto brusco e inaspettato mentre la diagnosi del tipo 2 è spesso molto lenta e può arrivare con mesi o addirittura anni di ritardo.

Mentre le cause del diabete di tipo 1 sono, nella maggior parte dei casi, da ricercare in un problema a base immunitaria, il diabete di tipo 2 compare per motivi legati sia all’ereditarietà che a fattori ambientali e individuali molto soggettivi. Inoltre, nel diabete di tipo 1 la sintomatologia è sempre presente mentre nel tipo 2 è spesso di entità modesta o addirittura inesistente (motivo per cui, a volte, la diagnosi è tardiva). Inoltre, nel diabete di tipo 1 è necessario e vitale, nel vero senso della parola, l’utilizzo dell’insulina mentre il diabete di tipo 2 non sempre ne prevede l’assunzione e può essere gestito con altri farmaci e, nei casi meno gravi, anche solo con un’alimentazione adeguata e lo svolgimento di attività fisica quotidiana.

LE TIPOLOGIE E LE CAUSE DEL DIABETE DI TIPO 1

Come già accennato esistono due diverse forme di diabete mellito di tipo 1 che andiamo ad analizzare con maggiori dettagli.

Il diabete mellito autoimmune ha una progressione molto rapida e si manifesta principalmente, ma non esclusivamente, nei bambini e negli adolescenti. Le cause del diabete di tipo 1 autoimmune sono da ricercare nella produzione, da parte dell’organismo, di anticorpi che attaccano le cellule Beta non riconoscendole come appartenenti al corpo ma vedendole come organi esterni da annientare. L’iperglicemia si scatena nel momento in cui si arriva ad avere la completa mancanza o scarsità di insulina con la conseguenza che gli zuccheri introdotti con l’alimentazione non vengono utilizzati dal corpo ma vengono eliminati attraverso le urine. 

In questa condizione l’organismo si trova costretto a produrre energia in maniere alternative, soprattutto attraverso il metabolismo dei grassi. La conseguenza più grave di questo meccanismo è la produzione dei corpi chetonici e il manifestarsi di chetoacidosi diabetica che, se non trattata in tempi rapidi, può portare a conseguenze pericolose tra cui ipotensione, respiro ansimante, aritmie e stato confusionale fino al coma. 

Il diabete mellito idiopatico è invece una rara forma di diabete di tipo 1 che si manifesta principalmente in soggetti di etnia asiatica o africana. La sua caratteristica principale è la carenza permanente di insulina con la comparsa di chetoacidosi ma non sembra avere alcun tipo di relazione con problematiche legate all’autoimmunità. 

Tra le altre cause del diabete di tipo 1 non sono da escludere la predisposizione genetica e l’esposizione a virus, batteri e sostanze chimiche.

I SINTOMI DEL DIABETE DI TIPO 1

L’esordio del diabete mellito di tipo 1 in età giovanile è generalmente acuto in opposizione ad una progressione che scorre più lenta nei soggetti in età adulta. I sintomi del diabete di tipo 1 sono gli stessi classici che si manifestano in tutte le forme di diabete ma i primi che tendono a manifestarsi sono poliuria (aumento della minzione), polidipsia (aumento della sete) e polifagia (aumento della fame). A questa classica triade si associano anche altri segnali tra cui: 

  • Perdita di peso improvvisa e non riconducibile a variazioni della dieta
  • Nausea e vomito
  • Debolezza muscolare
  • Alterazioni della vista
  • Infezioni genitali
  • Stanchezza e debolezza immotivate
  • Dolori addominali
  • Problemi comportamentali, irritabilità e repentine variazioni dell’umore
  • Mal di testa anche nello svolgimento di attività semplici
  • Guarigione lenta di ferite e tagli.

È molto importante, in presenza di tali sintomi, rivolgersi tempestivamente al proprio pediatra o a un centro specializzato per approfondire le cause di questi cambiamenti e giungere, eventualmente, alla diagnosi di diabete.

LA CURA DEL DIABETE DI TIPO 1

Ad oggi non esiste una terapia che comporti la guarigione del diabete di tipo 1 e per questo motivo non si può parlare di cura del diabete di tipo 1 in senso assoluto ma, piuttosto, di terapia di mantenimento. Il motivo per cui questa patologia è nota anche come diabete insulinodipendente è che il paziente affetto da diabete mellito di tipo 1 deve assumere insulina per tutta la vita. L’organismo, trovandosi nell’impossibilità di usufruire di insulina endogena, necessita obbligatoriamente di riceverla dall’esterno per mezzo di iniezioni sottocutanee o microinfusori. Il compito dell’insulina esogena è quello di simulare l’azione che svolgerebbe quella prodotta in modo naturale dal pancreas e di permettere l’utilizzo del glucosio da parte delle cellule sia a digiuno che dopo i pasti. 

La buona notizia è che svariate ricerche portate a termine negli ultimi anni hanno permesso di formulare nuovi tipi di insulina esogena che sono molto più simili all’insulina endogena, rispetto ad un tempo. Queste nuove scoperte avanti stanno rendendo la vita delle persone affette da questa malattia un po’ più semplice e permette loro di avere una vita normale senza avere la necessità di effettuare le iniezioni ad orari precisi e in relazione ai pasti. 

Una seconda alternativa potrebbe essere data da immunosoppressori in grado di fermare la distruzione delle cellule Beta. Tuttavia, questa è un’opzione da valutare attentamente con il proprio medico in quanto la tossicità renale provocata da questo tipo di farmaci non la rendono idonea ad un utilizzo prolungato.

Un’ultima facoltà di scelta è infine offerta dal trapianto di pancreas o delle isole pancreatiche ma, allo stato attuale, questa soluzione è riservata a casi scelti con cura a causa delle problematiche di immunosoppressione che ne potrebbero derivare e che potrebbero provocare gravi carichi a livello renale.

Purtroppo, questa patologia non è prevenibile in senso assoluto anche se alcuni ricercatori ritengono che potrebbe essere evitata se venisse trattata nella sua fase latente, ovvero prima che il sistema immunitario inizi a porre in atto la distruzione delle cellule Beta. Malgrado questo, è comunque importante cercare di far rispettare ai propri figli un regime alimentare corretto e far svolgere loro attività fisiche quotidiane che prevengano e scongiurino l’insorgenza della malattia. Sebbene i soggetti affetti dal tipo 1 non siano solitamente obesi, il sovrappeso potrebbe non essere incompatibile con una eventuale diagnosi e quindi l’assunzione di pasti regolari che comprendano giornalmente carboidrati, proteine, frutta e verdura e la riduzione del consumo di zuccheri e di cibo spazzatura divengono abitudini consigliabili per tenere sotto controllo i livelli glicemici del sangue.

Dialine è un integratore alimentare, sotto forma di compresse, indicato per le persone affette da diabete. Questo prodotto supporta la trasformazione del glucosio in energia e può aiutare a migliorare il metabolismo. 

Il diabete, se non trattato adeguatamente, può portare a gravi complicazioni come ictus, infarto del miocardio, nefropatia, disturbi vascolari, ecc. Solitamente, il diabete di tipo 2 viene diagnosticato nelle persone con età superiore ai 30 anni, ma può verificarsi anche nei bambini o negli adolescenti. Il principale fattore di rischio per lo sviluppo del diabete è costituito dall’obesità: circa il 90% di coloro che soffrono di questa malattia, infatti, si trova in una condizione di sovrappeso. 

Sebbene il diabete di tipo 2 possa non generare sintomi per lungo tempo, ad un certo punto essi possono manifestarsi rapidamente. I pazienti solitamente riscontrano una maggiore sensazione di sete, maggiore affaticamento o visione offuscata. Quando lo zucchero nel sangue dei pazienti raggiunge livelli estremamente elevati, possono verificarsi gravi situazioni di disidratazione, seguite da forte sonnolenza o confusione mentale. Se hai il diabete e vuoi tenere sotto controllo i sintomi della malattia con un integratore alimentare, Dialine è un prodotto altamente indicato. 


Dialine Cos’è? Per chi è indicato? 

Dialine è un nuovo trattamento indicato per le persone affette da diabete. Il farmaco ha lo scopo di aiutare a mantenere bassi i livelli di glicemia e prevenire le complicanze che possono insorgere con questa malattia cronica. 

Dialine contiene solo componenti di origine naturale e non vi è alcun rischio di effetti collaterali. Non provoca allergie, dipendenza, intossicazione o altre reazioni avverse. Questo prodotto può sostituire un gran numero di farmaci standard. 

Può essere utilizzato da pazienti di tutte le età a partire da 18 anni. Tuttavia, è consigliato chiedere al medico di base o ad uno specialista prima di utilizzare un tale prodotto. Chiedi al tuo medico se Dialine potrebbe essere un prodotto indicato per tenere sotto controllo il tuo diabete e se la risposta è sì, allora inizia il trattamento. 

Da che cosa sono composte le compresse di Dialine? Le compresse di Dialine sono composte essenzialmente da ingredienti a base di erbe.

Gli estratti di erbe, infatti, portano i massimi benefici e sono in grado di fornire un consistente miglioramento anche nei pazienti affetti da diabete da molti anni. Grazie all’origine vegetale delle componenti e all’assenza di additivi sintetici, Dialine viene assorbito velocemente all’interno dell’organismo. I processi di guarigione, quindi, si attivano quasi immediatamente dopo la prima somministrazione dell’integratore. 

Ecco gli ingredienti delle compresse per il diabete Dialine: 

Estratto di Gymnema selvatico, regola i livelli di zucchero nel sangue, supporta la produzione di insulina del corpo, normalizza il metabolismo dei carboidrati, previene lo sviluppo del diabete. È in grado, anche, di riparare e di ripristinare le cellule del pancreas, responsabili della produzione di insulina. 

Estratto di Pterocarpus Marsupium, il frutto ha un forte effetto ipoglicemico, ossia è in grado di abbassare lo zucchero nel sangue. Contiene vitamina E e rinforza il sistema immunitario. Fornisce, inoltre, una protezione contro batteri, germi e virus. Grazie alla presenze del licopene e della luteina, esso ha un effetto preventivo sulla formazione e sulla crescita dei tumori. Previene lo sviluppo di cellule tumorali e aiuta a distruggere quelle già presenti senza intaccare le cellule sane. 

Estratto di Eugenia Jambolana, contengono flavonoidi che aiutano a stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue bloccando lo sviluppo dell’iperglicemia. L’estratto di Jambolana contiene 6 flavonoidi, alcuni dei quali, grazie alla loro capacità di bloccare gli enzimi di idrolisi dei carboidrati, sono in grado di influenzare i livelli di zucchero nel sangue. 

Prima di essere messo in vendita, Dialine è stata sottoposto a un esame clinico e di laboratorio. Secondo i risultati della ricerca, il farmaco è adatto per eliminare il diabete mellito, è efficace nello stimolare la sintesi di insulina ed è innocuo per la salute. 

Quali sono gli effetti di Dialine? 

Dialine è in grado di aiutare i pazienti affetti da diabete di tipo 2 allo scopo di fargli condurre una vita normale e sana. Questo trattamento con una formula a base di ingredienti naturali è in grado di abbassare il livello di zucchero nel sangue e convertire il glucosio in energia

Inoltre, Dialine contribuisce alla normalizzazione del senso di appetito e stabilizza il metabolismo. In questo modo facilita la perdita di peso corporeo nelle persone in sovrappeso con diabete. Infine, queste capsule sono in grado di proteggere gli organi interni dagli effetti negativi del diabete. 

Secondo le informazioni pubblicate sul sito ufficiale, l’efficacia dell’integratore alimentare Dialine è stata confermata da studi clinici condotti su un periodo di 3 anni.

I risultati degli studi hanno dimostrato che questo trattamento su un lungo periodo di tempo è in grado di ridurre il livello di zucchero nel sangue del 30-40%, senza causare effetti collaterali. 

Come usare Dialine? 

Dialine è disponibile in capsule, che eliminano il problema del dosaggio. Quando si esegue il trattamento, è necessario leggere bene le istruzioni riportate nel foglio illustrativo e sulle raccomandazioni aggiuntive del produttore. È consigliata l’assunzione di 1 capsula al giorno accompagna da sufficiente acqua. Il trattamento ha una durata minima di un mese. Entro un mese, i problemi del diabete miglioreranno in modo consistente. Se necessario, si consiglia di ripetere il trattamento 2-3 volte l’anno per potenziare e rafforzare l’effetto terapeutico, 

Come Funziona Dialine? 

Dialine si dissolve nel sangue 5 minuti dopo l’ingestione. I componenti attivi del farmaco agiscono sulle cellule del pancreas e attivano la funzione naturale dell’organismo, finalizzata alla produzione di un volume sufficiente di insulina. 

Ci sono effetti collaterali? 

L’azienda responsabile della produzione e della distribuzione di Dialine assicura che questo prodotto è stato sottoposto a rigorosi test clinici con risultati eccellenti. Il produttore garantisce, quindi, che l’integratore non provoca alcun tipo di effetti collaterali negativi. Ciò è dovuto in gran parte alla composizione naturale delle compresse. 

Ci sono controindicazioni nell’uso di Dialine? 

L’integratore alimentare Dialine vanta una formula interna di origine completamente naturale ma, ovviamente, l’assunzione è sconsigliata in caso di allergie ai singoli ingredienti e deve essere preferibilmente sottoposta alla supervisione del proprio medico di fiducia in caso di patologie preesistenti e piani terapeutici già in atto. 

Dove è possibile acquistare Dialine? 

Dialine può essere acquistato in questo momento con uno sconto del 50% solo sul sito ufficiale del produttore. In questo modo avrai la garanzia di acquistare la versione originale del prodotto e non un falso.

Il prodotto al momento non si trova nelle farmacie in Italia. Se la popolarità del prodotto aumenterà, sicuramente il produttore distribuirà Dialine anche nelle farmacie. Ma, fino ad allora, si consiglia di ordinare solo dal sito ufficiale dell’azienda produttrice.

Nel XIX secolo il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach sosteneva che siamo quello che mangiamo per evidenziare come le abitudini alimentari di ognuno di noi possano dare delle informazioni significative sulle nostre caratteristiche e personalità. Tuttavia, nel momento in cui ci si trova ad affrontare qualche patologia particolare, si è spesso costretti a cambiare queste abitudini e adattarle alla nuova condizione che si è venuta a creare.

Questo è sicuramente il caso quando la malattia che ci si trova ad affrontare è il diabete, in qualsiasi forma si manifesti.

Sappiamo che il diabete è una patologia caratterizzata, ad esclusione del diabete insipido, da un aumento del valore di glucosio nel (iperglicemia) e che le cause che portano alla sua diagnosi possono essere ricondotte a diversi motivi.

È tuttavia inconfutabile il fatto che nell’insorgenza della malattia non devono essere sottovalutati fattori di rischio, tra cui il sovrappeso e l’obesità (soprattutto addominale), un’alimentazione poco bilanciata e la sedentarietà. 

La malattia spesso comporta dei cambiamenti radicali nelle consuetudini della vita quotidiana e l’introduzione di una dieta per diabetici adeguata diventa una delle risorse più preziose per affrontarla nel migliore dei modi.

LA DIETA PER DIABETICI

É utile ricordare che la parola dieta è sinonimo di alimentazione corretta, sana ed equilibrata anche se, spesso, questo termine fa pensare a privazioni e rinunce. Questi sacrifici, tuttavia, non sono sempre richiesti se non nel caso in cui il paziente presenti obesità o sovrappeso e si debba valutare una dieta dimagrante per diabetici. 

La dieta per diabetici richiede sicuramente delle attenzioni ma permette di assumere una grande varietà di cibi e anche di togliersi qualche piccolo capriccio anche se va personalizzata a seconda delle cause che hanno scatenato la patologia. La persona affetta da diabete senza problemi di natura ponderale continua a necessitare di un apporto calorico giornaliero uguale a quello di un soggetto sano. 


La dieta per diabetici di tipo 1 e di tipo 2 

Il regime alimentare può considerarsi abbastanza simile per entrambe le forme sotto cui la patologia si manifesti e un validissimo aiuto è dato dalla programmazione di una dieta settimanale per diabetici. Una pianificazione dei pasti di questo tipo è utile per diversi motivi: permette di calcolare preventivamente l’introito giornaliero di calorie e le corrette quantità di tutti i nutrienti necessari rispettando le loro giuste percentuali e facilita anche la spesa al supermercato che si baserà solo sulla previsione dei diversi pasti inseriti nell’impostazione settimanale. Attenendosi a quanto programmato diventa anche più semplice resistere alla tentazione di acquistare alimenti che andrebbero invece evitati.

Sappiamo che la prima tipologia di malattia si manifesta prevalentemente nel periodo dell’infanzia e dell’adolescenza e che può risultare un po’ più difficile gestire la dieta per diabetici di tipo 1 di soggetti che, per via della loro età, spesso non sono molto inclini né alla varietà né alla salubrità dei cibi. L’alimentazione di questi pazienti, tuttavia, deve contemplare tutti i nutrienti tipici della dieta mediterranea. 

La seconda tipologia è presente soprattutto in persone adulte e in anziani e quindi la dieta per i diabetici di tipo 2 è sicuramente seguita con un maggiore senso di responsabilità.

In entrambi i casi le calorie devono essere distribuite all’interno di 5 pasti al giorno (tre principali – colazione, pranzo, cena – e due spuntini – a metà mattina e a metà pomeriggio) e la dieta deve essere il più possibile variata per consentire l’assunzione di tutti i nutrienti. Inoltre, è importante che sia pranzo che cena siano pasti completi che comprendano carboidrati, proteine, verdura e frutta). La quantità totale di carboidrati deve essere suddivisa equamente nei tre pasti principali. 

Le raccomandazioni dietetiche generali sono:

  • Ridurre il consumo di zuccheri semplici (specialmente nel diabete di tipo 1). 
  • Consumare carboidrati complessi (almeno il 50% delle calorie totali) preferibilmente integrali con almeno l’80% costituito da amidi e il restante 20% da fibre e zuccheri non insulinodipendenti.
  • Incrementare il consumo di fibre per rallentare l’assorbimento intestinale di carboidrati e colesterolo.
  • Inserire nella dieta le proteine in una percentuale di circa il 15-20%. 
  • Introdurre grassi (circa il 25-30%) di origine vegetale e ridurre il consumo di grassi saturi.

Una dietoterapia consigliata prevede quindi:

  • Almeno 5 porzioni al giorno di frutta e ortaggi variando i colori. Tra i tipi di verdura consigliati troviamo carciofi, asparagi, broccoli, cavolfiori, fagiolini, lattuga, melanzane, peperoni, spinaci, sedano, cipolle. La frutta per diabetici più indicata, grazie ad un indice glicemico basso (inferiore a 55) è data da albicocche, arance, kiwi, prugne, pere, mele, fragole e frutti di bosco. Tra i frutti da evitare ricordiamo banane, cachi, uva e fichi. 
  • Pane, pasta e riso integrali. A colazione si possono inserire le fette biscottate.
  • Almeno 2 porzioni di pesce alla settimana con preferenza per pesci magri come orata, cernia e merluzzo cucinati a vapore, in umido o al forno. Occasionalmente sono concessi pesci più grassi quali salmone, sgombro, sardine e le fritture.
  • Consumo di carni magre tra cui bresaola, cacciagione, coniglio, manzo magro, pollo, tacchino, prosciutto crudo magro, vitello magro, speck light.
  • Utilizzo di legumi almeno tre volte a settimana, in particolare piselli, fagioli, ceci e lenticchie. 
  • Formaggi e latticini non più di due volte a settimana. Da preferire sono ricotta e quark mentre sono da assumere occasionalmente pecorino, provolone, parmigiano e grana padano. Tra i formaggi da evitare: fontina, taleggio, gorgonzola, mascarpone, i diversi tipi di mozzarella.
  • Utilizzo di olio di oliva e oli vegetali di buona qualità. Da evitare tutti i grassi saturi come burro, strutto e panna.

L’assunzione di alcol, limitato all’uso di vino o birra, è consentito ma è preferibile limitarne il consumo ad 1 bicchiere al giorno per le donne e 2 per l’uomo e sempre durante i pasti. 

Quando possibile, è raccomandabile l’acquisto di alimenti biologici che per l’assenza di pesticidi, erbicidi e fertilizzanti chimici non solo aiuta a prevenire il diabete ma riduce la possibilità di complicazioni di altra natura quando la malattia è già in corso. 


La dieta per diabetici anziani

Il passaggio della persona diabetica dall’età matura alla vecchiaia comporta dei cambiamenti anche per quel concerne le richieste nutrizionali. Il fabbisogno calorico giornaliero si riduce e ci sono maggiori rischi di comparsa di arteriosclerosi e altre patologie. La dieta per i diabetici anziani non deve quindi trascurare nessuno dei consigli già espressi in precedenza e restano fondamentali l’apporto di proteine, carboidrati e lipidi. Il consumo, ovviamente, va calibrato con l’aiuto di un nutrizionista, adeguandolo allo stile di vita dell’anziano. In linea generale la sua dieta deve eliminare le carni grasse e ridurre il consumo di carni rosse e incrementare quello di pesce e carni bianche, limitare l’assunzione di un uovo a due volte la settimana, utilizzare latte parzialmente scremato e formaggi a basso contenuto di grassi, utilizzare solo oli vegetali e preferire frutta e verdura crude. 

La dieta per i pazienti in sovrappeso

Sottoporsi a una dieta, prestare attenzione a cosa si mangia e fare esercizio fisico sono fondamentali per i pazienti diabetici in sovrappeso. In questi casi perdere peso diventa un must e si rende necessario essere seguiti da un nutrizionista specializzato che elaborerà un programma apposito che, generalmente, si basa su una dieta con 1200 calorie (nei casi più gravi di 900 calorie) che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, prevede comunque l’assunzione di grassi, oltre a carboidrati, proteine, frutta, verdura e latticini. La carenza di lipidi, infatti, porterebbe ad una carenza di vitamina D con conseguenze dannose per la salute. Non bisogna dimenticare che l’obesità è uno dei fattori che predispone al diabete e, di conseguenza, un individuo con accentuato sovrappeso che sviluppi la malattia deve essere monitorato con maggiore riguardo e deve attenersi ad una dieta un po’ più ferrea per evitare di incorrere in complicazioni anche più serie.

Ormai da molti mesi si sente parlare di Covid-19 e la pandemia che si è abbattuta in tutto il mondo è sicuramente stata improvvisa e inaspettata e ha colto tutti impreparati, non solo le persone normali ma anche tutti gli operatori sanitari. Tantissime sono le conseguenze che ne stanno derivando sia sotto il profilo psicologico che sotto il profilo puramente medico ed è ormai diventata una triste abitudine quella di sentirne parlare quotidianamente. È quindi normale che soprattutto le persone con problemi di salute di varia natura abbiano cominciato ad avere dei timori anche maggiori rispetto alle persone sane. Tra questi anche i pazienti diabetici, che si sono trovati nella condizione di doversi informare in maniera più approfondita sulle potenziali complicanze in caso di contagio. In poche parole, per essere meglio informati su quali sono le interazioni tra Coronavirus e diabete.


IL COVID-19 E LE COMPLICAZIONI PER I DIABETICI

Iniziamo dalle buone notizie, che sicuramente rassicurano i soggetti diabetici. Svariate ricerche effettuate recentemente dimostrano che per questa categoria di pazienti non esiste alcun aumento del rischio di contrarre il virus.

Malgrado questo la storia e gli studi sulla malattia diabetica insegnano che il diabete è associato ad una maggiore predisposizione alle infezioni. Le variazioni dei valori glicemici possono causare delle importanti alterazioni del sistema immunitario che, indebolito, può favorire quelle che sono le manifestazioni più classiche tra cui il piede diabetico, infezioni alle vie respiratorie, infezioni delle vie urinarie. Rimane dunque di vitale importanza tenere sempre il diabete sotto controllo e mantenere sempre alti i livelli di attenzione.

Nell’eventualità che un paziente diabetico contragga il Covid-19, infatti, c’è un rischio più elevato che la prognosi e gli esiti siano infausti. La casistica sui pazienti sopravvissuti conferma che i diabetici tendono ad avere un decorso più grave della patologia virale soprattutto per un’aumentata probabilità che intervenga una polmonite interstiziale. 

Inoltre, i rischi aumentano specialmente in soggetti di età avanzata e che presentino altre problematiche come l’ipertensione, malattie cardiovascolari e obesità.

Per quanto concerne il trattamento terapeutico del paziente diabetico con Covid-19, rimane importantissimo, come nel normale regime di cura, tenere sempre attentamente monitorati i livelli di glicemia, glicata, elettroliti e chetoni. L’utilizzo di insulina, specialmente nei pazienti medio-gravi, richiede un’aumentata somministrazione per via endovenosa per mantenere la glicemia tra i 72 e i 180 mg/dL. In linea generale non è invece indicato mantenere le terapie orali ipoglicemizzanti (ad esempio la metformina e gli inibitori di SGLT2) per evitare che si manifestino acidosi lattica e cheto acidosi diabetica ma questo non si rende necessario nei pazienti meno gravi che seguono terapia domiciliare. Tutte le varianti terapeutiche dovranno comunque essere valutate a seconda della condizione specifica e soggettiva del paziente.

IL COVID-19 E I BAMBINI DIABETICI

Sappiamo che il diabete è una malattia che può affliggere anche i bambini e gli adolescenti, nella sua forma di tipo 1. Ma sappiamo anche che la possibilità che a quell’età contraggano il coronavirus è sensibilmente più bassa rispetto all’età adulta. Le condizioni fisiche di questi pazienti, oltretutto, sono solitamente meno correlate a patologie pregresse. Tuttavia, è fisiologico che i genitori di bambini diabetici possano essere più preoccupati per la salute dei propri figli e che siano impensieriti dalla possibilità di non trovare i farmaci e gli strumenti per l’autocontrollo della glicemia con la stessa regolarità che precedeva la pandemia. Questi sono comunque timori ingiustificati e, specialmente negli ultimi mesi, le forniture alle farmacie sono sempre garantite e c’è quindi la possibilità di reperire quanto necessario, specialmente se si ha l’accortezza di fare gli ordini quando le scorte in casa stanno per esaurirsi.

Coronavirus e diabete possono convivere e, nell’assistenza a bambini con diabete di tipo 1, non devono comunque subire alcuna variazione le abitudini che si sono sempre seguite e quindi:

  • Non interrompere mai la somministrazione di insulina
  • Assicurarsi che il paziente sia sempre idratato
  • Monitorare la glicemia frequentemente
  • Monitorare i chetoni nel sangue o nelle urine utilizzando le apposite strisce reattive
  • Attenersi sempre alle indicazioni del diabetologo per adeguare le dosi di insulina sulla base dei valori di glicemia e chetoni
  • Far seguire un’alimentazione corretta e bilanciata che comprenda tutti i nutrienti necessari ad un organismo che è in fase di crescita.
  • Garantire lo svolgimento di qualche attività fisica o sport che aiuti a mantenere nella norma i livelli di glucosio nel sangue.

L’intervento del diabetologo o di un medico va richiesto solo nel caso in cui:

  • La glicemia sia persistentemente alta nonostante l’adeguamento della terapia insulinica
  • Non si riduca l’aumento di chetoni nel sangue o nelle urine
  • La minzione sia troppo frequente
  • La respirazione sia difficoltosa
  • La sete sia troppo intensa
  • L’alito sia fruttato
  • Sia presente una importante variazione della temperatura corporea
  • Il soggetto presenti uno stato di stanchezza o debolezza immotivati.

A tutto questo si deve aggiungere la prevenzione e, adesso più che mai, è importante che le regole di igiene seguite dalla popolazione generale vengano insegnate anche ai bambini. È dunque importante lavare le mani spesso con acqua calda e sapone, usare gli igienizzanti a base di alcol, starnutire o tossire coprendo naso e bocca con un fazzoletto o nell’incavo del gomito, non toccarsi naso, occhi e bocca con le mani e rispettare il distanziamento sociale. In casa è consigliabile disinfettare frequentemente le superfici e arieggiare spesso gli ambienti.  

DIABETICI E VACCINO COVID-19

L’attenzione ai trattamenti terapeutici, l’alimentazione adeguata e l’attività fisica sono sicuramente consuetudini consolidate per i pazienti di diabete. Ma l’avvento della terapia vaccinale acquista un significato particolarmente importante per tutta la popolazione e, in modo particolare, per i soggetti più deboli o affetti da patologie. 

Nella programmazione dei piani vaccinali sono stati individuati i soggetti più estremamente vulnerabili e tra le malattie valutate come particolarmente critiche si inserisce anche il diabete.

Data la maggiore suscettibilità alle infezioni di questi pazienti, il binomio diabetici e vaccino Covid-19 diventa un’arma ancora più efficace per difendersi dalle possibili complicanze e vivere la malattia con maggiore serenità. 

Dati scientifici, infatti, riportano che il meccanismo della risposta immunitaria al vaccino non ha alcuna relazione con l’efficacia dei farmaci utilizzati per la cura della malattia, sia che si tratti di ipoglicemizzanti orali che di insulina. Ne consegue che non c’è alcun motivo, da parte dei pazienti diabetici, di temere che la vaccinazione possa interferire con i trattamenti terapeutici. Le reazioni avverse che si potrebbero manifestare sono quelle comuni a tutte le persone che si sottopongono a questo tipo di vaccinazione e qualche linea di febbre e dolori articolari o muscolari non devono destare particolare preoccupazione. L’unica differenza, rispetto ai soggetti sani, può essere un peggioramento transitorio della glicemia dovuto alla reazione infiammatoria innescata dal vaccino ma, essendo una condizione temporanea, sono rari gli episodi che richiedano un adeguamento della terapia. 

Valutare di sottoporsi alla vaccinazione diventa per i diabetici di fondamentale importanza anche se è necessario ricordare che il vaccino non esclude completamente la possibilità di contrarre il virus ma riduce notevolmente il manifestarsi di complicazioni e rende le sue concause apprezzabilmente più contenute. 

PREMESSA E TIPOLOGIE DEL DIABETE

Il diabete, definito anche diabete mellito, è una condizione metabolica cronica che si genera a causa di alterazioni degli ordinari valori dell’insulina. L’insulina è infatti un ormone molto importante dell’organismo, che serve per equilibrare e normalizzare i livelli di glucosio nel sangue. 

Il diabete è caratterizzato da diverse tipologie: tra queste ci sono quelle più note come il diabete di tipo 1, il diabete di tipo 2 e il diabete gestazionale che riguarda le neomamme in gravidanza. 

Se esiste una caratteristica comune a tutte le varietà di diabete, questa è l’iperglicemia, ovvero l’aumento fino all’eccesso della concentrazione di glucosio in un soggetto. 

Ma quali sono le cure da seguire quando si ha il diabete? Esistono rimedi naturali o è meglio affidarsi a dei farmaci? In questo articolo troverete le risposte alle vostre domande sulla cura del diabete e le terapie da eseguire per vivere serenamente questa malattia.

CONSEGUENZE DEL DIABETE NON CURATO

La cura del diabete è un argomento molto ampio e da analizzare con estrema attenzione. Sembra scontato dire che l’obiettivo finale della terapia riguardante il diabete, è legata alla normalizzazione dei livelli troppo elevati di glucosio ematico nell’organismo del soggetto. Non per altro l’iperglicemia trascurata formula complicanze acute e a lungo termine come:

  • Complicazioni agli occhi: la retinopatia diabetica inizia con un peggioramento della vista e – se non trattata – può portare alla cecità. 
  • Complicazioni cardiovascolari: si parla di infarto del miocardio, meglio conosciuto come l’attacco di cuore; l’angina, un dolore che si avverte al petto e poi ricordiamo l’ictus (ischemia cerebrale), nonché la disfunzione circolatoria dei vasi sanguigni periferici con un flusso inferiore del sangue agli arti. 

Può capitare anche l’insufficienza cardiaca congestizia, ovvero una debolezza sensibile del cuore. 

  • Complicazioni al cavo orale: la parodontite è l’infiammazione delle gengive e dei tessuti sottostanti. Vi si possono creare carie, la caduta dei denti ma anche infezioni che possono danneggiare l’intero sistema cardiovascolare. 
  • Complicazioni ai reni: si provoca il danneggiamento dei loro vasi sanguigni (nefropatia) con il conseguente malfunzionamento dei reni stessi.
  • Complicazioni in gravidanza: tra i problemi più usuali per una donna diabetica incinta, ci sono lo sviluppo compromesso del feto e un travaglio altamente complesso. Questa condizione può far crescere eccessivamente il bambino durante la gravidanza e i feti esposti a un alto livello glicemico, hanno più probabilità di contrarre il diabete in età adulta. 
  • Complicazioni del sistema nervoso: danni al sistema nervoso e in qualsiasi altra parte del corpo. La neuropatia periferica è la forma più abituale di questo tipo di complicanza e colpisce i nervi dei piedi. 

Altri danni noti dati dalle complicazioni al sistema nervoso, posso portare alla disfunzione erettile con ulteriori problemi sessuali per l’uomo. Possono essere colpiti anche l’apparato digerente e quello urinario.

Vediamo ora quali sono le cure adatte a combattere l’insorgere di queste temibili conseguenze:

  • L’alimentazione sana e una dieta corretta ed equilibrata
  • L’esercizio fisico moderato ma costante nel tempo
  • L’assunzione di farmaci adatti per ridurre la glicemia

Oltre alla terapia, va segnalata l’importanza del monitoraggio periodico per rendere la cura più invasiva ed efficace. Questo punto è fondamentale per il medico al fine di capire se la terapia utilizzata sta funzionando o meno.

COME CURARE IL DIABETE TIPO 2

Partiamo dal capire le cause che generano il diabete di tipo 2. Queste sono:

  • L’insensibilità dei tessuti di fronte all’azione dell’insulina
  • Il peggioramento fino alla perdita completa delle cellule beta nel pancreas di produrre insulina in maniera adeguata

L’obiettivo della terapia è di riequilibrare i livelli troppo alti di glucosio nel sangue del paziente. L’alimentazione più sana con tutti i nutrienti adatti, assieme all’esercizio fisico in maniera moderata, sono alla base del trattamento per un diabetico di tipo 2.

Le cure complementari da associare a questi due rimedi naturali sono le terapie farmacologiche con una base di ipoglicemizzanti orali, nel momento in cui le prime due soluzioni non hanno troppa efficacia. I livelli di glicemia vanno controllati ogni settimana (soprattutto nella prima fase del trattamento).

Una particolarità del diabete di tipo 2 è di riordinare l’attività degli zuccheri, grazie a questi metodi naturali dell’alimentazione associata al movimento.

Ricapitolando, per il diabete di tipo 2 è fondamentale:

  • L’alimentazione controllata ed equilibrata
  • L’attività fisica svolta in maniera adeguata 


COME CURARE IL DIABETE TIPO 1

Partiamo dalle cause: nel diabete di tipo 1 troviamo una minor disponibilità di insulina con la riduzione drastica (fino alla perdita completa) delle cellule pancreatiche, per distruzione autoimmune. Il corpo subisce un malfunzionamento interno.

Lo scopo terapeutico resta lo stesso del diabete di tipo 2: abbassare e riportare alla normalità i livelli eccessivi di glucosio ematico. 

Come trattamento si prediligono:

  • la terapia ormonale sostitutiva, con una base di insulina sintetica
  • Una dieta sana e adatta al fisico del diabetico
  • Un’attività fisica regolare ma moderata.

Nelle cure del diabete di tipo 1, il controllo glicemico deve avvenire ogni giorno, con un monitoraggio costante. Grazie alla terapia insulinica, in aggiunta all’alimentazione sana e allo sport, il paziente può raggiungere buoni livelli di glicemia nel sangue, prevenendo condizioni cliniche molto più critiche e letali. Pare scontato sottolineare che la terapia insulinica per il diabetico di tipo 1 è fondamentale per vivere.

Seppur il diabete di tipo 1 venga etichettato come incurabile, l’unica soluzione è un trapianto di pancreas o il trapianto delle isole di Langerhans (nel pancreas appunto) in modo da ristabilire la produzione di insulina e ripartire da zero.

DIABETE GESTAZIONALE

Il diabete gestazionale è un diabete molto particolare perché colpisce solo le donne incinte. Questa condizione di insulino-resistenza, crea degli sbalzi ormonali della placenta che il pancreas non riesce a soddisfare. Parte quindi la spirale dei livelli troppo elevati di insulina nell’organismo materno.

Per riportare a livelli più normali il glucosio ematico, è importante seguire un regime dietetico sano e svolgere regolarmente un esercizio fisico adeguato alla maternità. 

Tra le cure complementari ai rimedi naturali, c’è la terapia farmacologica con una base di insulina o ipoglicemizzanti orali (attenzione perché la barriera placentare potrebbe venir oltrepassata da questi farmaci). Il monitoraggio della glicemia va effettuato a partire dalla ventiquattresima settimana di gravidanza

Quando la neomamma segue le indicazioni del diabetologo e ritorna a una vita più sana e curata, il diabete gestazionale diventa solo una condizione transitoria nell’organismo gravido, terminando questa situazione esattamente dopo il parto. Bisogna invece fare attenzione quando la cura non è adatta e possono formularsi complicazioni che rendono il diabete presente nella madre anche dopo aver partorito e nel neonato. Quest’ultimo potrebbe risentire della macrosomia fetale, una tendenza a contrarre il diabete in giovane età.

Per il diabete gestazionale, il trattamento adatto è la base per non apportare brutte conseguenze alla salute della madre e del futuro nascituro.

LA CURA NATURALE: ALIMENTAZIONE 

L’alimentazione sana è basilare nella cura di tutte le tipologie di diabete. Ma quali sono le regole da rispettare per mantenere una linea dietetica adeguata? Bisogna sempre ricordarsi di seguire questi piccoli – ma essenziali – accorgimenti:

  • L’apporto calorico deve essere equilibrato ogni giorno
  • L’assunzione di carboidrati deve essere il 50/55% delle calorie giornaliere. In passato, invece, i medici tendevano a tagliare questo elemento nelle diete ipoglucidiche, ovvero a basso contenuto di carboidrati
  • Le proteine devono rappresentare il 15/20% delle calorie giornaliere assunte
  • I grassi saturi giornalieri devono fermarmi al 6%, i grassi polinsaturi invece al 9% e quelli monoinsaturi al 19%
  • L’alcol va evitato e anche azzerato
  • Le fibre assunte devono raggiungere i 20-30 grammi e devono arrivare dall’assunzione di verdure, frutta e cereali integrali. Le fibre sono fondamentali soprattutto nei soggetti sofferenti di obesità

La dieta alimentare varia e sana è alla base dei rimedi per contrastare le complicanze del diabete.

LA CURA NATURALE: ESERCIZIO FISICO

Tra le cure più naturali e salutari per l’organismo, c’è anche l’attività fisica. Questa, se svolta in maniera regolare, è un ottimo toccasana per combattere il diabete.

Lo sport ha un effetto benefico multiplo sulla salute del paziente:

  • Rende più facile il passaggio del glucosio nei tessuti attraverso il sangue (soprattutto nei tessuti muscolari), questo influisce sui livelli ematici di glucosio
  • Viene ottimizzata la sensibilità dei tessuti di fronte all’azione dell’insulina, limitando la condizione di insulino-resistenza

Tra i vantaggi del movimento ci sono anche la diminuzione del rischio cardiovascolare, una riduzione del peso corporeo e tanti effetti psicologici estremamente positivi.

Si consigliano attività fisiche aerobiche, ovvero sport di sforzo più prolungato nel tempo, come la corsa moderata, il ciclismo e il nuoto. E per i meno allenati va benissimo anche la camminata.

La quantità di esercizio fisico consigliata per il diabetico è moderata: trenta minuti al giorno, tre volte a settimana, possono aiutare a ottenere benefici prolungati nel tempo.


FARMACI 

Dopo aver elencato i rimedi naturali per le cure del diabete, è utile procedere all’illustrazione dei farmaci che aiutano a ridurre la glicemia e i livelli di glucosio nel sangue.

Abbiamo già accennato agli ipoglicemizzanti orali (ovvero gli antidiabetici orali) e all’insulina sintetica.

  • Ipoglicemizzanti orali, questi si azionano mettendo in iperattività le cellule beta che ancora funzionano in modo corretto nel pancreas. Vengono sensibilizzati i tessuti, facilitando l’accettazione del glucosio nelle cellule del pancreas. Sfortunatamente, dopo un periodo prolungato di assunzione, questi ipoglicemizzanti orali iniziano a perdere la loro efficacia, obbligando al ricorso di altri farmaci di insulina sintetica
  • Insulina sintetica, è una terapia ormonale sostitutiva per contrastare il diabete. Nel diabete di tipo 1 garantisce la sopravvivenza del soggetto, nel diabete di tipo 2 viene usata solo per necessità quando viene a mancare la risposta efficiente da parte della terapia dietetica o dell’esercizio fisico, ma anche dell’uso degli ipoglicemizzanti orali. Ne esistono di diversi tipi: l’insulina ad azione rapita, ad azione ritardata. L’assunzione avviene per iniezione sottocutanea (precisamente nello strato adiposo dell’addome) per evitare che gli enzimi dello stomaco contrastino l’azione dell’insulina, assunta – ipoteticamente – per via orale. 

Attenzione a non eccedere le dosi prescritte dal medico, perché i farmaci in questione possono provocare effetti collaterali, scatenando la crisi ipoglicemica. In questo caso i sintomi più comuni sono:

  • Le vertigini, 
  • I tremori, 
  • I sudori freddi, 
  • La fame incontrollata
  • Le palpitazioni
  • Un senso di formicolio nell’area della bocca
  • Stanchezza pesante
  • Agitazione, irritabilità e ansia.

Tra i disturbi sopra segnalati, ci sono essere anche sfocature nella vista, stati di confusione, convulsioni, svenimenti e attacchi epilettici, fino ad arrivare anche al coma.

Rispettare le quantità consigliate, senza eccedere gravando sulla propria salute è una giusta concezione per affrontare il diabete a piccoli passi, ma in maniera costante ed efficiente. Proprio per questo motivo, le cure per il diabete risultano essere fondamentali per aiutare il proprio organismo a combattere questa condizione.